HomeCronacaVulcano: si aggrava la posizione degli indagati. Fermate altre tre persone

Vulcano: si aggrava la posizione degli indagati. Fermate altre tre persone

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Le indagini scaturite dall’operazione antidroga Vulcano hanno portato all’arresto di tre persone e all’aggravamento della posizione delle altre 12 persone, già fermate lo scorso 12 luglio.

Sono accusate a vario titolo, di acquisto ed importazione di droga, di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga con le aggravanti della transnazionalità e delle modalità e finalità mafiose.

Le tre persone per cui il Gip ha disposto la custodia in carcere sono: Giovanni Manglaviti di 52 anni, Achille Rocco Scutellà di 28 anni (già detenuto) e Giuseppe Pataffio di 27 anni (già detenuto).

Negli ultimi giorni di luglio è stata inoltre emessa una ulteriore ordinanza nei confronti delle persone già coinvolte nell’operazione. Il provvedimento è scaturito dall’analisi dei documenti trovati nella cabina del comandante della nave e a casa delle persone fermate.

Sono in carcere: Michele Zito, 41 anni; Francesco Gioffrè (chiamato Ciccio cimitero), 42 anni; Caterina Ursida, 39 anni; Ernesto Madaffari (chiamato orbo o ricchiazza), 41 anni; Antonio Pavia, 37 anni; Rosario Cunsolo 41 anni; Giuseppe Nicolaci, 48 anni; Pacifico Belcastro, 31 anni e Gabriello Savarese (chiamato lo zio o il comandante) di 72 anni.

Sono agli arresti domiciliari Tomaso Concas di 61 anni e Luigia Di Casola, 56 anni. E’ sottoposta all’obbligo di firma Dayana Concas di 28 anni.

L’operazione Vulcano

Secondo le indagini del nucleo di polizia tributaria, il gruppo criminale avrebbe importato cocaina in Italia trasbordando la droga in alto mare, per evitare con maggiore facilità i controlli delle forze di polizia.

I trafficanti avrebbero coinvolto nel traffico di droga anche il comandante della Msc poh lin, imbarcazione della msc che approda nei porti panamensi di Balboa e Cristobal, considerati i principali centri di smistamento internazionale della cocaina.

Da quanto emerso il comandante sarebbe riuscito a ottenere l’incarico in modo da garantire al gruppo criminale maggiore sicurezza, sia nelle operazioni di imbarco che in quelle di trasporto e consegna della cocaina.

Per evitare di essere scoperti i trafficanti utilizzavano autovetture noleggiate per brevi periodi, comunicavano con modalità criptate attraverso blackberry dedicati e con e-mail che non venivano inviate ma salvate nella cartella delle bozze.

L’operazione è scattata lo scorso 8 luglio quando la Msc Poh Lin è entrata nel porto di Gioia Tauro ed è stata sottoposta a sequestro preventivo. Gli inquirenti sono convinti che la droga era rimasta a bordo della nave con 1500 container per un mero caso fortuito che ne aveva impedito il trasbordo.

Nella cabina del comandante i finanzieri hanno trovato alcuni fogli su cui erano annotati dei codici alfanumerici da comunicare in modalità criptata ai contrabbandieri per aiutarli a individuare il container con la droga. Dopo gli estremi identificativi del container c’era l’indicazione “80 kg”.

All’interno del container indicato, che non aveva i sigilli c’era un carico di noci ma non la cocaina.

I finanzieri hanno quindi fatto sbarcare tutti i 1500 contenitori e il 14 luglio hanno individuato i tre borsoni carichi di cocaina in un container di legname, proveniente da Coronel (Cile) sottoposto a “transhipment” a Balboa (Panama) e diretto a Valencia (Spagna).

L’operazione è stata effettuata dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza, insieme al Comando Provinciale di Napoli, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

Organici alle cosche

Le contestazioni più gravi sono quelle nei confronti Michele Zito, Ernesto Madaffari e Giuseppe Pataffio Giuseppe, accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso per essere organici alla cosche di Piromalli-Molè e Pesce, e per aver “operato avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà che si creavano” nella Piana di Gioia Tauro.

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