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Da un capo all’altro dell’Italia in balìa di un algoritmo

il sit in a Reggio

Sapevano di doversi allontanare da casa ma nessuno di loro immaginava di finire dall’altra parte dell’Italia per scelta di un algoritmo di cui nessuno ha ancora capito i criteri. Stiamo parlando di migliaia di insegnanti e tra le vittime dei trasferimenti selvaggi della scuola pubblica ci sono anche decine di docenti della Piana di Gioia Tauro.

La gioia per l’assunzione a tempo indeterminato, arrivata qualche mese fa dopo anni e anni di precariato è svanita quando in piena estate dal ministero hanno ricevuto la mail con la designazione della provincia in cui dovranno lavorare nei prossimi tre anni.

La sorpresa è stata enorme perchè in quasi tutti i casi gli insegnanti sono stati trasferiti nelle provincia che avevano messo al termine di una lunga lista. Il criterio utilizzato dal sistema non è stato reso noto e sul banco degli imputati è finito l’algoritmo che sta di fatto cambiando la vita a migliaia di persone.

Dietro ai numeri e alle cattedre ci sono però persone, vite, storie e dinamiche molto diverse. Ci sono insegnanti che speravano di rientrare in Calabria dopo trascorsi in altre regioni che si sono ritrovati in Trentino, altri che avevano chiesto di riavvicinarsi ai propri cari per gravi motivi di salute e che sono stati trasferiti ancora più lontano. C’è chi non può spostarsi con la famiglia, deve pagare il mutuo e non sa come fare a sostenere le spese per affrontare il trasferimento e tutti i costi per i viaggi.

In tanti hanno deciso di non arrendersi e questa mattina si sono riuniti A Reggio in un sit-in davanti al provveditorato agli studi e hanno incontrato la responsabile del settore primo ciclo d’istruzione Carmela Fedora Oriana, chiedendo la disposizione dell’assegnazione provvisoria che consentirebbe, almeno per il prossimo anno scolastico, ad una parte degli insegnanti di rimanere in Calabria.

I manifestanti si sono spostati in Prefettura con la consapevolezza che la questione della mobilità si discuterà a livello nazionale e non locale.

“Dopo vent’anni di precariato siamo costretti a migrare al nord come cinquant’anni fa – ha commentato Maria Tarzia del comitato ‘8000 esiliati fase B Gae’ – dopo l’incontro al provveditorato, durante il quale è stato spiegato che le assegnazioni provvisorie verranno effettuate non prima del 15 settembre. Intanto, all’inizio del prossimo mese maestri e professori dovranno fare le valigie, in attesa di novità”.

“Partire – ha proseguito – significa sostenere spese pesanti, lasciare la famiglia e gli affetti ed impoverire il territorio sul quale noi abbiamo scelto di stare. Abbiamo scelto di passare di ruolo magari dopo tanti anni di precariato, ma restando nella nostra regione. Per quanto riguarda la scuola primaria, la fascia di età coinvolta è quella dei 40-60 anni. Sono prevalentemente insegnanti donne che – ha spiegato la maestra – hanno fatto una scelta di vita, per contribuire alla formazione delle giovani generazioni nella propria città. Gli insegnanti di fase B sono inoltre vincitori di concorso, con specializzazioni e anni di servizio alle spalle. Oggi – ha concluso Tarzia – ci troviamo invece sbattuti da una mobilità nazionale a chilometri di distanza dalla Calabria».

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