La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha respinto, dichiarandolo inammissibile, il ricorso proposto dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria avverso l’ordinanza con la quale il Tribunale della Libertà reggino il 16 gennaio scorso aveva annullato la misura cautelare per mancanza di gravità indiziaria e disposto la scarcerazione di Domenico Romeo, ex Sindaco di Taurianova, e del fratello Antonio Romeo.
Sono state quindi ritenute valide le ragioni della difesa dei fratelli Romeo, rappresentata dagli Avvocati Giuseppe Alvaro e Rocco Iorianni, per Domenico Romeo, e dagli Avvocati Francesco Cardone e Giuseppe Martino, per Antonio Romeo. I difensori nel giudizio dinanzi alla Cassazione hanno depositato argomentate memorie difensive per dimostrare la correttezza della decisione di annullamento pronunciata dal Tribunale del Riesame e, conseguentemente, l’infondatezza del ricorso proposto dalla pubblica accusa.
I fratelli Romeo erano stati tratti in arresto in forza di ordinanza cautelare emessa dal GIP DDA di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione denominata Terramara closed, che aveva portato all’emissione di quattro ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 48 persone.
A carico dei fratelli Romeo la misura cautelare era stata emessa in relazione alle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e di tentativo di estorsione aggravata ai danni del responsabile dell’ufficio tecnico di Taurianova. In particolare, l’ex Sindaco di Taurianova è accusato, in concorso con il fratello Antonio, di avere posto in essere, nella sua qualità di pubblico ufficiale, dal maggio 2011 fino alla data di scioglimento del Consiglio Comunale del luglio 2013, una serie di condotte tese a favorire gli interessi di alcune cosche mafiose del territorio di Taurianova, con riferimento al settore degli impianti serricoli e fotovoltaici.
In tale contesto, secondo i capi di imputazione provvisori, l’ex Sindaco avrebbe anche tentato di costringere il responsabile dell’ufficio tecnico ad esprimere parere favorevole al rilascio di concessioni edilizie in favore delle società Agripower e Agrienergia, riconducibili, secondo le prospettazioni accusatorie, ad alcune famiglie ritenute appartenenti alla locale criminalità organizzata. Tali condotte sono state ritenute tutte completamente sfornite di gravità indiziaria dal Tribunale della Libertà di Reggio Calabria, che ha annullato la misura e rimesso in libertà gli indagati.
La Corte di cassazione ieri, respingendo il ricorso della pubblica accusa, ha posto il sigillo sulla fase cautelare in senso favorevole ai fratelli Romeo.