Nell’ambito del processo “Terramara Closed” il Tribunale della Libertà, in sede di appello cautelare, ha concesso gli arresti domiciliari a Rocco Fedele condannato in primo grado a 5 anni per procurata inosservanza pena nei confronti dell’ex latitante Ernesto Fazzalari.
I difensori di Fedele Rocco, gli avvocati Alessandro Gamberini ed Antonino Napoli, in seguito alla sentenza del Tribunale di Palmi avevano chiesto la revoca o, in subordine, la sostituzione della misura cautelare della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari, deducendo l’attenuazione delle esigenze cautelari in virtù della riqualificazione del reato di partecipazione ad associazione a delinquere di stampo mafioso, in relazione al quale era stata applicata la misura cautelare dal G.i.p., nella più mite fattispecie di procurata inosservanza pena aggravata dall’aver favorito la cosca.
Il Tribunale di Palmi, disattendendo le deduzioni difensive, aveva rigettato l’istanza alla luce della mancata indicazione di elementi di novità in grado di superare la presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari, tali non potendo ritenersi il decorso del tempo dalla commissione del reato rilevando, altresì, che la gravità delle condotte è rimasta inalterata, essendo soltanto mutata la qualificazione giuridica delle stesse e dovendosi, comunque, valorizzare l’avvenuta agevolazione della latitanza del capo cosca, Fazzalari Ernesto, attraverso una rete di fiancheggiatori, di cui il Fedele faceva parte.
Avverso tale ordinanza hanno proposto appello al Tribunale della Libertà gli avvocati Gamberini e Napoli chiedendo l’annullamento dell’ordinanza e la revoca o sostituzione della misura in atto, ribadendo il venir meno della presunzione assoluta di adeguatezza della custodia in carcere associativo, nonché le ulteriori doglianze formulate con l’istanza depositata al Tribunale di Palmi, a seguito dell’assoluzione dal reato associativo.
Il Tribunale della Libertà ha ritenuto che, in seguito alla sentenza di primo grado, effettivamente le esigenze cautelari si sono attenuate e che quelle residue possano, in questa fase, essere adeguatamente preservate attraverso la più gradata misura degli arresti domiciliari, con divieto di comunicazione del Fedele con persone diverse da quelle che con lui convivono o che lo assistono e con l’applicazione del c.d. braccialetto elettronico.
Il Tribunale di Palmi, all’esito del primo grado, disattendendo le conclusioni del P.M., dott.ssa Giulia Pantano, che aveva chiesto 16 anni per partecipazione ad associazione a delinquere di stampo mafioso, ed accogliendo parzialmente le conclusioni della difesa, ha condannato Fedele Rocco a 6 anni previa derubricazione in procurata inosservanza pena aggravata.
Con la stessa sentenza, che ha visto imputati alcuni presunti affiliati della cosca Zagari-Fazzalari-Sposato, sono stati assolti -tra gli altri- Fazzalari Filippo, difeso dall’avv. Antonino Napoli, per il quale il P.M. aveva chiesto 12 anni; Scoleri Domenico, difeso dall’avv. Antonino Napoli, per il quale il P.M. aveva chiesto 12 anni; Scoleri Rosario, difeso dall’avv. Antonino Napoli, per il quale il P.M. aveva chiesto 12 anni; Tallarida Carmelo, difeso dagli avv.ti Antonino Napoli e Giuseppe Milicia per il quale il Pm aveva chiesto 15 anni; Tallarida Pietro, difeso dagli avv.ti Antonino Napoli e Giuseppe Milicia, per il quale il Pm aveva chiesto 15 anni.
Rettura Antonio, difeso dagli avv.ti Antonino Napoli e Alessandro Gamberini, è stato condannato a 5 anni previa derubricazione (il Pm aveva chiesto 16 anni e l’assoluzione del capo 10) e Rettura Domenico, difeso dagli avv.ti Antonino Napoli e Alessandro Gamberini, è stato condannato a 14 anni previa derubricazione in concorso esterno (il Pm aveva chiesto 18 anni come partecipe).