OPPIDO – I terreni coltivati dalla cooperativa Valle del marro a Oppido hanno subito nei giorni scorsi l’ennesimo danneggiamento. Ieri i soci della Cooperativa hanno trovato sui terreni confiscati alla ndrangheta, in località Baronello a Castellace, 96 alberi di ulivo, tagliati alla base. L’episodio è stato immediatamente denunciato ai carabinieri.
La vista delle piantine in fiore – ha scritto in una nota il coordinamento della Piana di Libera, lasciate a terra, ha suscitato rabbia e profonda amarezza nei soci e negli operai. «Ognuno di questi tagli è come un colpo vibrato al cuore. E’ una vigliaccata, un’infamia intollerabile» è il commento di Domenico Fazzari, presidente della cooperativa.
«E’ un grande dolore vedere spezzata la fragile vita di una pianta in crescita» ha aggiunto Sergio Casadonte, vice-presidente. «Ancora una volta un bene confiscato, simbolo del riscatto sociale, viene colpito. Contro un gesto così vergognoso reagisca tutta la società civile».
Un storia tribolata quella dell’uliveto di 11 ettari, assegnato alla cooperativa sociale nel 2005.
Nel 2011 un incendio doloso distruggeva cinquecento alberi secolari: andavano così in fumo quattro anni di lavoro per ripristinare la produttività dell’uliveto.
Un anno dopo, ad essere distrutto dalle fiamme, è l’escavatore della cooperativa, che era all’opera su quel terreno per i lavori di espianto degli alberi bruciati.
Nel 2013 un impianto di 1200 piante di ulivo restituiva nuova vita a quel terreno, che sembra però non trovare pace, dopo l’ennesima violenza intimidatoria.
«Confidiamo nella Magistratura e nelle Forze dell’ordine» dichiara Domenico Fazzari, «affinché gli autori dell’atto intimidatorio vengano presto consegnati alla giustizia e sia scongiurato il verificarsi di ulteriori fatti criminosi. Quello dell’uso sociale dei beni confiscati alla mafia – continua Fazzari – è un tema sul quale non deve mai calare l’attenzione e l’impegno di tutti. Quando ciò succede, le mafie sono sempre pronte ad approfittarne. Malgrado questa nuova intimidazione, restiamo sereni. Continueremo ad andare avanti con l’impegno e la motivazione di sempre, fiduciosi nell’intervento delle autorità».