Sono 11 le persone fermate questa mattina dagli investigatori del servizio centrale operativo della Polizia e della squadra mobile di Reggio Calabria, con l’accusa di aver favorito la latitanza di Giuseppe Crea, Giuseppe Ferraro e Antonio Cilona.
Si tratta di Achille Rocco Scutellà (1988), Domenico Facchineri (1992), Luigi Facchineri (1994), Elio Arcangelo Morfea (1995), Antonio Cutrì (1987), Giuseppe Trimboli (1961), Pietro Garzo (1976), Annunziato Garzo (1983), Pietro Melito (1989) e Pasquale Vitalone (1990).
Sono invece al momento ricercati Francesco Crea (1962), Mario Luciano Crea (1989) e Girolamo Facchineri (1966).
I fermi dell’operazione, denominata spazio di libertà, sono stati emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia e le persone fermate sono accusate a vario titolo di associazione mafiosa, favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena nei confronti dei latitanti di ndrangheta.
Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro sono stati catturati il 29 gennaio di quest’anno in un covo mimetizzato nella vegetazione, in una zona di campagna a Maropati.
Secondo gli investigatori le persone fermate assicuravano i collegamenti tra i latitanti e gli altri membri della cosca e con i familiari, fissavano appuntamenti e riportavano i messaggi dei due fuggitivi. I soggetti sono inoltre accusati di aver allestito il covo nella fitta vegetazione e di averlo dotato di acqua corrente, di energia elettrica, di un bagno con doccia e di una cucina.
La squadra mobile di Reggio ha scoperto che i latitanti utilizzavano le frequenze radio vhf per comunicare con l’esterno. Intercettando queste frequenze gli investigatori hanno ricostruito in tempo reale i movimenti dei latitanti ed i loro incontri.
Nelle intercettazioni Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro venivano rispettivamente chiamati Alberto e Ciccio.
Tra i fermati Francesco Antonio Crea era l’esperto che si occupava di disinnescare i dispositivi di intercettazione ambientale. L’uomo cercava di tenere al sicuro i due latitanti spegnendo i telefoni per non essere localizzaro, bonificando le auto e utilizzando dei disturbatori di frequenze.
La latitanza di Cilona
Annunziato Garzo avrebbe invece aiutato Antonio Cilona a sottrarsi all’arresto.
Cilona, è un esponente della cosca Santaiti di Seminara e aveva avviato la latitanza per sottrarsi nel luglio del 2015 all’ordinanza di custodia emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria nell’ambito del procedimento penale Cosa Mia,
Garzo avrebbe fornito a Cilona assistenza morale e materiale attraverso la creazione di una rete di supporto.
Antonio Cilona è stato catturato a Parghelia il 5 Gennaio 2016.