ROMA – Il gup del Tribunale di Roma, Filippo Steidl, ha da poco emesso la sentenza di condanna per Luigi Preiti. L’uomo è stato condannato a 16 anni di reclusione per la sparatoria avvenuta il 28 aprile dello scorso anno davanti a Palazzo Chigi, proprio mentre era in corso la cerimonia di insediamento del Governo di Enrico Letta.
Preiti, originario di Rosarno, sparò contro alcuni carabinieri in servizio a palazzo Chigi, ferendone quattro, uno in maniera grave, il brigadiere Giangrande.
La sentenza è stata emessa dopo due ore di camera di consiglio al termine di un procedimento tenutosi con il rito abbreviato, che ha permesso all’imputato di ottenere lo sconto di un terzo della pena. I difensori di Preiti, Raimondo Paparatti e Mauro D’Anielli, avevano invocato il riconoscimento del vizio parziale di mente, ma il gup ha fatto sue le conclusioni di una perizia da lui disposta secondo la quale l’imputato, al momento del fatto, era lucido.
Le accuse per Preiti erano di tentato omicidio plurimo, porto abusivo di arma clandestina e ricettazione.
Intanto proprio oggi si è appreso che poco prima della sparatoria davanti a Palazzo Chigi, gli uffici della presidenza del Consiglio ricevettero alcune telefonate anonime il cui senso era: «Dovete aiutare la Calabria, dovete dare soldi alla Calabria». Dagli accertamenti seguiti però non sarebbe emerso nessun legame con l’attentato nè le chiamate anonime sono da considerarsi riconducibili a Preiti.