L’Associazione “Piccola Opera Papa Giovanni Onlus” è l’ente che da gennaio 2019 è subentrato nel coordinamento del progetto IN.C.I.P.I.T. all’Arcidiocesi di Reggio Calabria, che ne ha seguito per anni l’esecuzione.
Il progetto, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Dipartimento Pari Opportunità e co-finanziato dalla stessa Regione Calabria, è volto alla prevenzione, emersione e contrasto al fenomeno della tratta degli esseri umani e dello sfruttamento delle persone in differenti ambiti: sessuale, lavorativo, legato all’accattonaggio, alle economie illegali, ai matrimoni forzati, al traffico di organi.
La Piccola Opera lavora quindi nel territorio della Piana di Gioia Tauro per contrastare tutte le forme di sfruttamento e conoscendo da vicino la realtà vissuta dai numerosi braccianti incontrati, ritiene doveroso manifestare la propria preoccupazione in ordine allo smantellamento graduale della tendopoli di San Ferdinando, unendosi così alle voci dei sindacati e dell’associazionismo locale, affinché si possa trovare una soluzione condivisa con le Istituzioni, per potere garantire ai migranti che abitano l’insediamento di San Ferdinando le migliori condizioni di vita e di salute.
La data del prossimo 15 agosto, data di chiusura della tendopoli, appare come una spada di Damocle per i migranti che vivono lì. Il Comune ha motivato la scelta dello smantellamento affermando di essere stato lasciato solo nella gestione di una tendopoli che “serve” tutto il territorio della Piana, e che dunque dovrebbe essere al centro dell’attenzione e dell’interesse dei vari Enti territoriali, della Città Metropolitana, della Prefettura, della Regione e del Governo centrale.
L’attuale decisione di smantellare la tendopoli evidenzia tuttavia il problema annoso del fare fronte in modo integrato e sistematico ai bisogni dei migranti che lavorano sulla Piana, sottolineando la mancanza di un piano adeguato e strategico di interventi trasversali che rispondano alle numerose criticità.
Se da un lato la soluzione tampone della tendopoli deve considerarsi sicuramente una misura emergenziale e da superare, dall’altro non si può neanche pensare di demolire l’accampamento senza aver individuato delle alternative idonee, delle soluzioni abitative che consentano condizioni alloggiative dignitose per i lavoratori. Il Comune di Rosarno ha costruito alloggi ad hoc, con fondi europei vincolati alla costruzione di immobili per i lavoratori migranti ancora non consegnati ed è in itinere il PROGETTO “SU.PR.EME. ITALIA”, “Sud Protagonista nel superamento delle Emergenze in ambito di grave sfruttamento e di gravi marginalità degli stranieri regolarmente presenti nella Piana”, in cui Rosarno è il Comune capofila e partner sono l’Associazione Medici per i Diritti Umani, la stessa Piccola Opera Papa Giovanni Onlus e la Federazione delle Chiese Evangeliche.
Il bando SU.PR.EME. ITALIA si propone di rispondere infatti al fabbisogno alloggiativo, di trasporto pubblico, di assistenza sanitaria, di accesso ai servizi sul territorio e di accompagnamento al lavoro, ma al di là degli interventi strutturali e di sostegno, va comunque rilevato che ciò che difetta è l’approccio culturale al fenomeno migratorio e l’assenza di adeguate misure di inclusione sociale. Difatti, il problema alloggiativo dei migranti nasce anche dalla generale diffidenza della popolazione, che nella maggior parte dei casi si rifiuta di affittare ai lavoratori migranti, anche dietro un compenso, le abitazioni vuote e numerosissime in tutti i paesi della Piana. Le istituzioni in questa sfida sociale complessa dovrebbero essere maggiormente protagoniste del cambiamento, andando a mediare tra le diverse istanze mediante piani d’intervento lungimiranti. Il disfacimento dell’attuale tendopoli dovrebbe inoltre tenere presente le tante situazioni di fragilità particolari dei migranti. Lo sgombero a cui si sta assistendo non sta vagliando le esigenze degli anziani, delle persone ammalate, persone con problemi psichiatrici, affette da dipendenze patologiche come alcol e droghe, presenti nella tendopoli e per le quali andrebbero individuate soluzioni specifiche.