«A circa due mesi dall’entrata in vigore del Sistema Telematico Calabria SUE – la piattaforma digitale integrata con il sistema regionale SISMI.CA, per gestire le pratiche edilizie pubbliche e private – e dopo le numerose le segnalazioni degli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri della Calabria, persistono ancora molteplici difficoltà operative».
È quanto dichiara il Consigliere regionale dei Democratici Progressisti Calabria, Antonio Billari, ricordando che la nuova modalità telematica, nata con lo scopo di eliminare il cartaceo ed accelerare il rilascio delle autorizzazioni edilizie, non ha fatto altro che rallentare l’intero comparto.
«Già nella fase di avvio si sono registrate molte anomalie, con imprecisioni macroscopiche tanto nel trasferimento dei dati quanto nella gestione degli stessi – prosegue il consigliere – Senza dimenticare che anche la Federazione Ingegneri Calabria ha inviato un’ulteriore nota per richiedere l’attivazione di procedure alternative, segnalando le problematiche che si configurano nell’interruzione di pubblico servizio».
«È indiscutibile che l’introduzione di nuovi strumenti tecnologici costituisca un valido supporto all’azione capace del tecnico nel suo ruolo di libero professionista o funzionario di Ente pubblico, ma tutto ciò non deve – aggiunge Billari – superare la facilità di accesso allo strumento. Basti pensare che il SUE, operativo dallo scorso 28 settembre, non consentiva l’inoltro delle opere pubbliche e delle varianti per i lavori in corso. Solo dopo le segnalazioni degli Ordini Tecnici Calabresi è stata superata questa lacuna. Permangono anche le problematiche legate ai fascicoli già presenti nel sistema SISMI.CA, oltre a problemi di inoltro agli Sportelli Unici Comunali; questioni che stanno creando difficoltà ai professionisti, ai committenti privati ed alle pubbliche amministrazioni, generando in numerosi casi il blocco dei cantieri in corso d’opera, con risvolti negativi sui tempi di esecuzione».
«In una regione fragile come la nostra, non facciamoci trovare ancora una volta impreparati a cogliere le opportunità che potrebbero venire dal Decreto Rilancio (superbonus 110), per la mancanza di procedimenti snelli ed efficienti. Il superbonus 110% diventerebbe di fatto inattuabile, nei tempi previsti dalla legislazione nazionale, negando l’accesso dei cittadini al credito e non riuscendo a migliorare le condizioni del patrimonio edilizio esistente. Nell’interesse dell’intero comparto, sollecitiamo – conclude Billari – il passaggio ad una fase transitoria che consenta di superare l’attuale situazione di stallo che, in quanto unico strumento di trasmissione possibile, si configura quale interruzione di servizi pubblici essenziali», conclude Billari.