HomeCulturaSi è chiuso a Rosarno il “Magna Graecia Teatro Festival 2011”

Si è chiuso a Rosarno il “Magna Graecia Teatro Festival 2011”

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ROSARNO (25 agosto 2011) La compagnia “Fahrenheit 451 Teatro” ha chiuso il ciclo di eventi teatrali, offerti dalla Regione Calabria, nell’ambito del “Magna Graecia Teatro Festival 2011”, della città di Rosarno, portando in scena “Terra di confine Viaggio in terra d’Israele e Palestina”. I testi, per la drammaturgia del regista Daniele Salvo (produzione originale), sono stati tratti dagli scritti di Amos Oz. La rappresentazione è un resoconto delle conversazioni informali che lo scrittore ha intrapreso con la gente comune, durante il suo viaggio in “terra santa”.

L’evento teatrale ha riproposto una vecchia donna ebrea (la nonna di Oz) «immune dal fanatismo», che «portava con sé il segreto del vivere in situazioni aperte, entro conflitti non risolti, insieme alla diversità degli altri». I video proiettati, che hanno costantemente supportano la successione delle scene, sono stati tratti «tutti da immagini reali – ha spiegato Salvo – a partire da quelle degli attentati alle moschee ed alle sinagoghe (da parte dei terroristi americani e tedeschi) a quelle dei cortei oltranzisti a Gerusalemme, dalle immagini della guerra del Sinai del ‘67 a quelle di donne e ragazzi kamikaze». Unica invenzione: il lavoro di coordinazione e sintesi che ha prodotto l’intera drammaturgia.

Una scenografia “dura e cruda” ha deliziato il pubblico “medmeo”: armi caricate a salve, una linea rossa a segnare il confine e dividere il palco in due, presenti, in scena, molto filo spinato e due bersagli a sagoma umana. Queste le costanti di una scena che ha riprodotto, di volta in volta, situazioni diverse.

«Troppe volte  – ha concluso il regista – non ci accorgiamo di essere dei “fanatici”, rendendoci conto troppo tardi di essere ad un passo dall’integralismo». Lo spettacolo ha cercato di dare degli utili consigli circa gli antidoti che potrebbero arrestare l’avanzata di “un certo tipo di fanatismo”: Oz, infatti, individua nel “senso dell’umorismo” e nel “saper comprendere ed accettare le differenze”, i rimedi ad una chiusura mentale che può diventare pericolosa per qualsiasi Stato democratico, anche d’occidente.

Francesco Comandè

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