Rimangono irrisolti gli omicidi che nel 2012 insanguinarono Oppido Mamertina. Dopo solo un giorno di camera di consiglio, infatti, oggi pomeriggio la Corte d’assise presieduta da Silvia Capone ha assolto i 6 imputati dei fatti di sangue per non avere commesso il fatto.
Rocco Mazzagatti, Simone Pepe, Leone e Pasquale Rustico, Domenico Polimeni e Domenico Scarfone escono indenni dalla accuse di omicidio e duplice omicidio, mentre vengono tutti condannati per l’associazione mafiosa.
La Corte, secondo quanto si può intuire, non ha creduto alle dichiarazioni autoaccusatorie dell’imputato Simone Pepe. Il giovane di origine romane, trapiantato nel piccolo centro della Piana di Gioia Tauro, in virtù del secondo matrimonio della madre, era stato intercettato dagli inquirenti durante le indagini, mentre raccontava a un amico dei fatti di sangue a cui avrebbe partecipato durante la faida. Pepe aveva spiegato nei particolari come sarebbero stati rapiti, uccisi e dati in pasto ai maiali i due esponenti del clan rivale Francesco Raccosta e Carmine Putrino.
L’impostazione accusatoria, portata in aula dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria Giulia Pantano, però, era stata contestata dalle difese. I legali degli imputati, infatti, avevano dipinto Simone Pepe come un «millantatore» e un abituale «consumatore di droga». Una tesi che, alla luce della sentenza emessa oggi pomeriggio, pare sia stata accolta dalla Corte d’assise di Palmi. Raccosta e Putrino, che erano cognati, furono fatti sparire il 13 marzo del 2012 ad Oppido Mamertina.
Rocco Mazzagatti è stato quindi condannato a 20 anni e quattro mesi di reclusione in qualità di capo promotore dell’associazione mafiosa. A Simone Pepe sono stati comminati 15 anni di carcere, Leone e Pasquale Rustico sono stati condannati rispettivamente a 10 e 13 anni e quattro mesi di reclusione; Domenico Polimeni a 16 e Domenico Scarfone a 10 anni.
Sono stati assolti, invece, Giuseppe Ferraro (accusato sia di associazione mafiosa che del duplice omicidio Raccosta-Putrino), Rocco Alessandro Ruffa, Pepe Valerio e Silvana Attenni.
La procura, alla fine della requisitoria, aveva chiesto 5 ergastoli e quasi 100 anni di carcere. Gli imputati erano accusati a vario titolo di associazione mafiosa, omicidio, duplice omicidio, sequestro di persona, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, detenzione illegale di armi, procurata inosservanza di pena, reati questi aggravati dalle modalità mafiose, nonché detenzione e vendita di sostanze stupefacenti.
Il collegio difensivo è rappresentato dagli avvocati Veneto, D’Ascola, D’Acurto, Siclari, Infantino, Staiano, Contestabile, Monaco, Freno, Manna, Pignataro e Giunta.
Francesco Altomonte



