ROSARNO – I carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, guidati dal capitano Francesco Cinnirella, hanno scoperto questa mattina un bunker di sei metri quadrati in località Bosco di Rosarno, al confine con il comune di Gioia Tauro.
Secondo i militari il nascondiglio è stato utilizzato nei primi anni del 2000 da un componente della famiglia Mulè, coinvolto nell’operazione Tempo e sfuggito alla cattura per circa 24 mesi.
Il manufatto abusivo dove è stato scoperto il bunker era utilizzato come cantina dalla famiglia Mulè.
L’accesso al nascondiglio era garantito attraverso una botola costituita da un blocco di cemento che scorreva du due binari e da una scala con dei gradini in ferro.
Nel bunker c’erano due reti metalliche, un materasso, un comodino, una sedia, la corrente elettrica e due prese d’aria. E’ probabile che il rifugio venisse utilizzato dal latitante per trascorrere in maniera “sicura” le ore notturne.
All’operazione hanno partecipato anche gli specialisti dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”.
«Il capillare controllo operato dai Carabinieri della piana – si legge in una nota diffusa dall’Arma – ha dato i suoi frutti poiché in appena due giorni sono stati appurati vari e gravi reati la cui interruzione è fondamentale affinché anche in questa porzione di provincia reggina possano, ogni giorno e sempre con più veemenza, essere riaffermati i valori della legalità».