SAN FERDINANDO – Aumentano le accuse nei confronti di Biagio Cacobati Mombelli, il 23enne di San Ferdinando a cui, il due dicembre del 2014, vennero trovate in casa (leggi l’articolo) due bombe carta, un mitragliatore calibro 9 parabellum, una pistola 7.65, una 6.35 con il silenziatore e 600 munizioni di altre armi da guerra. Ieri gli è stata contestata anche l’aggravante mafiosa.
Dalle indagini successive al ritrovamento delle armi, coordinate dalla Pm Giulia Pantano della Dda di Reggio Calabria, ed effettuate dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, guidata dal capitano Cinnirella, è stato acclarato che Cacobati Mombelli graviti nell’orbita della cosca sanferdinandese dei Bellocco – Cimato.
Gli inquirenti sono giunti a questa conclusione, dopo aver ricostruito le frequentazione del 23enne e aver trovato elementi a sostegno dell’accusa, nel corso di numerose e meticolose perquisizioni.
Per questo motivo ieri pomeriggio, i militari dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Gioia Tauro e della Stazione di San Ferdinando, hanno notificato a Cacobati Mombelli, una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere, in cui ai reati già contestati (ricettazione, detenzione e munizionamento di armi da guerra e clandestine) si aggiunge l’aggravante mafiosa per per aver commesso il fatto al fine di agevolare la cosca Bellocco Cimato.