HomeCronacaIl ruolo del "consulente" Parisi nei rapporti con le 'ndrine di Palmi

Il ruolo del “consulente” Parisi nei rapporti con le ‘ndrine di Palmi

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Lo chiamavano “il consulente”, “ciuchino” o anche “ciu-ciu”. Per gli inquirenti era consulente della cosca di Palmi Parrello-Gagliostro e ne gestiva la contabilità. Si occupava delle pratiche relative alle ditte che ruotano attorno ai nomi simbolo della feroce faida che dalla fine degli anni Settanta ha insanguinato Palmi, consapevole che gli intestatari delle aziende riconducibili ai Gagliostro erano delle cosiddette teste di legno: prestanome. Era lui che si interfacciava con i responsabili delle banche in cui erano stati accesi conti correnti della aziende e dal 2012, anno dell’elezione a consigliere comunale di maggioranza, era il referente istituzionale della cosca Parrello-Gagliostro in seno al Comune di Palmi.
Insomma, per gli inquirenti non vi è alcun dubbio: Gabriele Parisi era legato alla ‘ndrina di Palmi ed era al suo servizio. Sarebbe addirittura stato eletto proprio grazie al suo appoggio. «Più in generale – si legge a pagina 21 dell’ordinanza cautelare emessa dal Gip di Reggio Calabria – Parisi è a completa disposizione degli interessi della cosca, cooperando con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo».
Per questo motivo l’accusa nei confronti di Gabriele Parisi, finito nell’operazione Alchemia, è pesante. 416 bis, che vuol dire associazione di tipo mafioso. Gabriele Parisi è titolare della ditta di elaborazione elettronica PG Service e contitolare insieme al padre di un’attività analoga, la P&P Service. Inoltre insieme a Vincenzo D’Amico è contitolare della società di compravendita immobiliare DAPA, che ha sede a Bergamo. L’indagine della Squadra Mobile inizia nel 2011.
Il 12 aprile di quell’anno Gabriele Parisi – riporta l’ordinanza – si trovava a Novi Ligure al funerale di Franco Sofio, nipote di Orlando; al rito funebre erano presenti anche diversi affiliati alla cosca Raso-Gullace-Albanese, ed alla cosca Parrello-Gagliostro. Per gli inquirenti non vi è alcun dubbio che quel Gabriele Parisi presente al funerale di Sofio, sia il consigliere comunale arrestato, poiché nelle telefonate intercettate sulla sua utenza telefonica si faceva continuo riferimento ai suoi genitori.

Nel settembre del 2012 Vincenzo D’Amico contattava Candeloro Gagliostro, dicendogli di «avere problemi» con una società in comune con Gabriele Parisi; Gagliostro rispondeva di aver già parlato con Parisi, proponendo la modifica dello statuto societario e suggerendogli di inserirsi come amministratore temporaneo. D’Amico, non soddisfatto evidentemente, proponeva a Gagliostro la creazione di una nuova società, la DAPA, che avrebbe permesso a D’Amico di curare i suoi affari in maniera indisturbata.

Il ruolo di Gabriele Parisi, più tecnico che pratico, avrebbe agevolato il raggiungimento dei profitti derivanti da attività intestate fittiziamente a terzi. Parisi, secondo gli inquirenti, sarebbe stato perfettamente al corrente del fatto che le aziende intestate a terzi, erano realmente riconducibili a Gagliostro.

Per conto della società Millenium Service, Parisi si interfacciava con i responsabili delle filiali di banca in cui erano stati accesi i conti correnti della società. Aveva anche il compito di tenere la contabilità delle ditte Euroservizi 2000 e Photronix. Un dipendente della banca Unicredit ha chiamato proprio Parisi una mattina, per comunicargli che il conto corrente della Photronix era stato aperto assieme ad un conto personale intestato all’amministratore della ditta.

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