ROSARNO – E’ unanime l’abbraccio di solidarietà che la società civile e il mondo politico e sindacale ha voluto riservare al presidente dell’Arci di Rosarno Giuseppe Scandinaro, dopo il grave attentato subito la notte di giovedì, quando la sua autovettura è stata colpita da diversi colpi di arma da fuoco.
«Una ferma condanna – hanno dichiarato i componenti dell’amministrazione rosarnese – da parte nostra ad un gesto vile contro una persona che si è sempre spesa per la nostra città, in politica ed all’interno di quella Casa del Popolo che lo ha visto protagonista di tante battaglie a fianco dei lavoratori. Il ricorso alla violenza come forma di sopraffazione, in tutte le sue forme, costituisce il metodo utilizzato per intimorire chi si adopera, nella legalità, per la crescita della nostra comunità. Siamo convinti – hanno concluso – che i cittadini di Rosarno troveranno la forza necessaria per reagire a tutte le forme di violenza e prepotenza e riaffermare per Rosarno il ruolo di città laboriosa ed onesta». Anche Sinistra per Rosarno e il Sul hanno condannato con forza il grave gesto.
Per il consigliere provinciale Giuseppe Longo, Scandinaro «ha sempre operato con abnegazione per il bene del nostro territorio, spendendo tutto se stesso nella promozione dei valori fondanti della comunità».
«A lui – ha scritto ancora Longo – e alla sua famiglia va tutta la mia solidarietà e l’incoraggiamento a non arrendersi. La mia vicinanza e tutto il mio sostegno vanno inoltre all’amministrazione comunale, baluardo di trasparenza e coraggio in un paese storicamente vittima dell’attacco sistematico della ‘ndrangheta, e al Circolo Arci, protagonista di tante battaglie a favore della legalità e della libertà». Il consigliere di Rifondazione ha inoltre lanciato un appello agli investigatori. «Invito le forze dell’ordine – ha concluso Longo – e la magistratura a mettere in atto le azioni necessarie a far chiarezza su questi ignobili gesti, a tutela non solo degli amministratori colpiti, ma delle comunità che vivono quotidianamente nella paura, per impedire che i responsabili, come troppo spesso accade, rimangano impuniti».