Riceviamo e pubblichiamo:
Sono giunto alla conclusione di dimettermi da capo gruppo del Pd in seno al consiglio comunale per i seguenti motivi:
A due nostri consiglieri comunali, di cui il sottoscritto Capogruppo, e ad un dirigente di questo partito che, preoccupati dall’atteggiamento offensivo tenuto in più occasioni, dall’assessore Michele Brilli avevano chiesto un intervento riparatore e responsabile del sindaco, è arrivato invece un attacco disgustoso e aberrante dall’assessore in questione.
Sulla bacheca Facebook di Michele Brilli, si legge un epigramma, destinato ad un mezzo avvocato, mezzo giornalista, mezza insegnante e mezzo agronomo, la cui somma sarebbe pari a zero. Guarda caso tutte figure professionali ricoperte dalle persone che avevano sollevato il problema della condotta dello stesso Brilli. Tra cui il capogruppo del Pd in consiglio comunale, che era intervenuto per dirimere e conciliare in ossequio al suo ruolo.
Non già un fatto personale, ma politico: un assessore comunale, iscritto al PD, che si esprime in questo modo nei confronti di consiglieri e membri del suo stesso partito.
Una cosa grave, che indica la disistima di Brilli nei confronti di questi dirigenti di partito e professionisti , e soprattutto sancisce l’assoluta e insanabile incompatibilità tra l’assessore e un parte importante del partito tra cui il massimo esponente consiliare del Pd.
Di questi attacchi il circolo non ha voluto prendere atto, anche se molti dei suoi dirigenti ne erano al corrente, direttamente o indirettamente.
Un episodio del genere, proprio perché non isolato, rappresenta lo spartiacque, il momento in cui questo partito deve capire quale scelta compiere: se approvare l’operato di Brilli e la sua sfiducia personale, politica e professionale nei confronti di metà gruppo consiliare, oppure se stare con il capogruppo, riconoscendogli serietà, incisività e azione politica qualificata che ha portato in diverse situazioni l’amministrazione e il partito fuori da pericolose secche politiche e gestionali.
E se ci fosse ancora il bisogno di argomentare, è legata a lui la peggiore sconfitta politico-elettorale nella storia di questo partito, con il dato delle provinciali 2011 che ci ha relegato ad una marginalità estrema.
E’ stato Brilli a definire gli alleati della sinistra – suoi concorrenti alle consultazioni provinciali – “utili idioti”.
Da tutte queste ragioni nasce l’incompatibilità politica che lo ha portato ad offendere la storia di questo partito, due consiglieri e altri dirigenti e iscritti che godono di stima e rispetto presso tutti i partiti politici e la società reale di Rosarno. Gente che ha un cursus honorum professionale e politico di tutto rispetto.
E’ su questo dualismo inconciliabile che si gioca la credibilità ed il futuro del partito. Un gruppo dirigente che deve scegliere chi lo rappresenta, e soprattutto chi lo rappresenterà quando ci sarà da difendere l’amministrazione in consiglio dagli avversari, dalle insidie e dalla criminalità.
Questo partito avrebbe dovuto scegliere chi riesce a tutelarlo meglio, chi può garantire stabilità e futuro, grazie anche alla credibilità e all’esperienza.
Da qui, dalla mancata scelta chiara e netta del direttivo del PD che non ha voluto sancire l’incompatibilità politica di cui sopra, nascono le dimissioni del sottoscritto che sconfitto nella sua linea politica lascia il testimone, come è giusto che sia in democrazia.
Avv. Michele Filippo Italiano.
(Partito Democratico Rosarno)