Il consiglio si è aperto con l’intervento dell’assessore ai Lavori Pubblici, Teodoro De Maria, che ha relazionato in merito alla “variazione del piano triennale delle opere pubbliche”, incentrando il discorso sul progetto di realizzazione del nuovo cimitero nei pressi del Bosco di Rosarno.
Altro punto importante all’ordine del giorno è stato il riconoscimento dei “debiti fuori bilancio”. A relazionare ci ha pensato il vicesindaco Carmelo Cannatà, che ha elencato minuziosamente tutti i contenziosi persi, da parte del comune, negli ultimi 5 anni, nonché la decisione, già palesata nei precedenti consigli, di estinguere tutti i debiti, onde evitare di veder aumentare le somme da pagare. Ha poi preso la parola Domenico Rizzo, consigliere della lista “Scopelliti presidente”, che ha punzecchiato la maggioranza riguardo al pagamento di un vecchio debito alla “nuova compagnia popolare di teatro” rosarnese, notoriamente vicina alla sinistra cittadina. La risposta, da parte dei consiglieri Italiano e Il Grande, non si è fatta attendere «è intenzione di questa maggioranza sopperire alle mancanze degli amministratori che hanno governato negli ultimi quattro anni – hanno spiegato i due membri della maggioranza – senza favoritismi, abbiamo preso atto dei mancati pagamenti e tra questi vi era quello della compagnia teatrale».
Il punto che ha catturato l’attenzione di tutta la gente presente in sala è stato quello relativo alla potatura non autorizzata dei 13 ulivi di contrada Bosco. A relazionare, per il Pdl, il consigliere Raimondo Paparatti, che, dopo aver letto pubblicamente l’interrogazione, ha chiesto alla maggioranza delucidazioni «visto che è inverosimile – ha chiosato il pidiellino – che nessuno abbia visto nulla, essendo quella un’area comunale recintata, con tanto di cancello munito di catena e lucchetto. Questo gesto non deve rimanere impunito, ne andrebbe di mezzo il concetto di legalità in sé».
Secca la risposta del primo cittadino Elisabetta Tripodi «i membri di giunta, appena venuti a conoscenza del grave gesto, hanno sporto denuncia contro ignoti, la magistratura sta lavorando, a noi non resta che condannare il grave gesto». L’amministratrice ha continuato spiegando che «non è la prima volta che la “res pubblica” viene violata in città, anni addietro furono tagliati degli ulivi secolari proprio davanti al municipio, e nessuno pensò di sporgere denuncia, come abbiamo prontamente fatto noi. L’atmosfera è molto cambiata da allora, è cresciuto un senso civico “internettiano” che porta alcuni cittadini a creare persino dei “fan club” su facebook, e di questo la mia amministrazione ne fa oggetto di vanto, visto che non abbiamo esitato un attimo a mandare tutto alla procura affinchè si faccia luce sull’accaduto. Noi – ha concluso la Tripodi – non possiamo fare altro che attendere che le indagini in corso diano dei risultati tangibili».
Il consiglio comunale si infine chiuso con le lamentele da parte dei consiglieri di minoranza per la decisione, da parte del presidente del consiglio, Antonio Bottiglieri, di chiudere la seduta senza dare possibilità a Raimondo Paparatti di poter ribattere «ho chiesto chi volesse prendere la parola prima dell’intervento conclusivo del primo cittadino – ha spiegato Bottiglieri – e nessuno ha alzato la mano, indi, dopo il chiarimento finale del primo cittadino, la seduta è da considerare sciolta».
Francesco Comandè