ROSARNO – La battaglia dei manifesti, riguardo ai 13 ulivi rosarnesi potati clandestinamente in contrada Bosco, sembra non voler segnare battute d’arresto. L’ultima uscita è stata quella del circolo territoriale del Pd , che, senza se e senza ma, sostiene la linea dettata dal primo cittadino, Elisabetta Tripodi, durante l’ultimo consiglio comunale.
«Il Pd, in merito alla vicenda degli ulivi tagliati in contrada bosco – si legge nel documento – ribadisce la linea politica espressa dalla maggioranza in consiglio comunale, attraverso la risposta del sindaco alla interrogazione scritta dei gruppi di minoranza “Pdl” e “Scopelliti presidente”. Ritiene, inoltre, seria e delicata la vicenda e non intende nascondere o coprire (se dovessero emergere) le responsabilità di nessuno, sia a livello politico che amministrativo».
I democrat non ci stanno alle accuse di presunta ambiguità ed omertà indirizzate ai gruppi di maggioranza nei giorni scorsi: «Non è certo costume del Pd deludere la gente nelle legittime richieste di chiarezza, nè minimizzare atteggiamenti oscuri, certo è che non possiamo e non vogliamo sostituirci alle forze dell’ordine e alla magistratura».
«È evidente che le minoranze in consiglio comunale, credono, con manifesti ed interviste, di poter mettere in difficoltà una maggioranza – prosegue la nota – ma noi ci siamo sempre distinti sia per le lotte a sostegno della legalità sia per il fatto d’essere un partito politico che si è sempre schierato ed espresso, in modo chiaro, contro ogni forma di delinquenza e violenza mafiosa».
I membri del Partito Democratico medmeo continuano prendendo le distanze dal modo di fare politica che ha contraddistinto le passate amministrazioni cittadine: «Va ricordato che altri hanno taciuto e ignorato le innumerevoli violazioni compiute in passato in città. Non accettiamo, quindi, lezioni di moralità da giustizialisti dell’ultima ora – si puntualizza nel manifesto – che hanno sempre fatto del “Laissez-faire” il loro manifesto politico».
I dirigenti locali del partito di Bersani si chiedono, inoltre, a chi possa giovare «spostare l’attenzione da iniziative ed interventi dell’amministrazione, che vanno verso il ripristino del rispetto delle regole e rispondono alla voglia di cambiamento della cittadinanza». In sostanza, il manifesto palesa la voglia di attuare una politica al servizio di tutti che possa giungere a dei cambiamenti reali.
«Qualcuno sperava che Rosarno non potesse mai riprendere un cammino amministrativo virtuoso, e che la “cosa pubblica” dovesse essere intesa come “cosa nostra” – conclude il manifesto – continuando a considerare la politica un “affare da bar”. Il percorso intrapreso da questa amministrazione punta invece a ridare alla città il prestigio e la dignità perse negli ultimi anni. Ci auguriamo infine che chi, in passato, ha avuto responsabilità trovi forme e modi per collaborare alla ricostruzione del nostro paese, in modo che mai più si debba assurgere agli onori della cronaca per rivolte di immigrati, fatti di sangue o intimidazioni ad amministratori».
Francesco Comandè