ROSARNO – Anche quest’anno tantissimi ragazzi africani, in concomitanza con l’approssimarsi della stagione della raccolta agrumicola, stanno tornando a ripopolare le strade del circondario della Piana, e la città di Rosarno si ricandida ad essere il comune della provincia reggina (tra i primi 5 dell’intera Regione) con la più alta incidenza di popolazione straniera.
I dati parlano chiaro, e la cittadina medmea, nonostante sia stata, negli anni passati, oltre che nel mirino delle principali testate giornalistiche mondiali (a causa degli ormai famosi “Scontri di Rosarno”), oggetto di promesse da parte dei principali attori politici nazionali ed europei, il problema dell’inverno 2011/2012 continua ad essere lo stesso che da 20 anni a questa parte attanaglia sia gli immigrati che la popolazione indigena: la mancanza di strutture ricettive adeguate, il cui scopo primario dovrebbe essere quello di «diffondere una capacità di integrazione interculturale fondata sul rispetto della persona e della diversità».
A rincarare la dose ci pensa poi la crisi di settore, che stritola sempre più i piccoli agricoltori locali, che, in numero sempre maggiore, abbandonano i loro “giardini”, non disponendo della forza economica per contrastare il progressivo calo dei prezzi di vendita del prodotto: «15/20 centesimi al Kg per le preziose clementine, con un prezzo che, per la sola raccolta si aggira intorno ai 10 cent». Risulta quindi impossibile anche solamente pensare di affrontare le spese di gestione di un intero anno, «ormai l’unica cosa da fare è quella di abbandonare tutto, lasciando il frutto sull’albero, visto che anche vendere il proprio appezzamento di terra è diventato svantaggioso per i piccoli proprietari».
Il clima che si respira nella cittadina in riva al Mesima è quello della totale rassegnazione, intanto, la maggior parte dei ragazzi provenienti dal continente africano, comincia a prender coscienza del fatto che quello alle porte sarà l’ennesimo “inverno della speranza”, da passare in accampamenti di fortuna nelle campagne pianigiane. Un centinaio di loro, però, troverà accoglienza nel centro di contrada “Testa dell’Acqua”, che sarà realizzato (come nella scorsa stagione) dalla Regione Calabria e dal Comune di Rosarno.
Il campo, che dovrebbe aprire a metà dicembre, ha dato un bel da fare ai dipendenti comunali attivi presso gli sportelli dei Servizi sociali di palazzo “S. Giovanni”, visto che le domande pervenute sono state oltre 200. A tal proposito, Aurelio Timpani, coordinatore del Circolo territoriale cittadino di “Fli”, ha presentato un’interrogazione nella quale si chiedono delucidazioni al primo cittadino Elisabetta Tripodi.
Nel documento, il dirigente di partito chiede al sindaco di rendere pubblico l’eventuale saldo, relativo alle spese di trasporto e montaggio dei containers, promesso, dal presidente della regione Giuseppe Scopelliti, durante l’inaugurazione dello scorso anno, «mentre per le opere di urbanizzazione, acqua, fogne, luce e controllo del campo, era stata l’amministrazione comunale di Rosarno ad investire, assicurando la copertura delle spese, da questa sostenute nell’allestimento e nel controllo dello stesso, da parte della Regione». Ad oggi, però, pare che «l’associazione di volontariato che aveva vinto l’appalto per il controllo del campo container, non sia stata ancora saldata – prosegue Timpani – e non c’è dato sapere se i costi sostenuti dal Comune per le opere di cui sopra, siano stati rimborsati come annunciato e promesso» dallo stesso Scopelliti.
Timpani ci tiene inoltre a far sapere che la Regione, fino a questo momento, non ha stanziato alcuna somma per la riapertura del campo 2011, ed una mancata inaugurazione dello stesso potrebbe «innescare problematiche tali da turbare l’ordine pubblico e la pacifica convivenza. Inoltre – continua il finiano – dato che a fare domanda sono stati più di 250, e che in realtà i posti disponibili sono solamente 80, siamo sicuri» si legge nell’interrogazione «che gli esclusi staranno quieti, silenziosi e pacifici? La situazione potrebbe generare un malcontento tale da indurre la rimanente popolazione migrante, munita di permesso di soggiorno, a ribellarsi».
Il circolo territoriale di “Fli” chiude con una domanda esplicita al sindaco Tripodi: «quali misure verranno adottare per dare alloggio agli aventi diritto, e per evitare una probabile rivolta degli esclusi?».
Francesco Comandè