ROSARNO – L’emergenza rifiuti in Calabria non segna battute d’arresto ed il primo cittadino medmeo, stanco dell’inefficienza mostrata dagli organi preposti di fronte alle richieste avanzate dal proprio comune, si dice pronto a portare avanti azioni eclatanti, «inizieremo, ad esempio, a non pagare più la tassa sui rifiuti alla Regione Calabria se le richieste da noi avanzate a tale ente rimarranno inevase».
Il primo cittadino, coadiuvato da tutta la propria giunta, ha spiegato quanto sia «intollerabile vedere un comune virtuoso come Rosarno (che paga puntualmente i tributi sulla spazzatura alla Regione) messo in ginocchio, al pari dei comuni morosi, dalle empie scelte imposte da chi ha competenze ben precise e decide di non onorarle».
Rosarno infatti paga dazio per via della scelleratezza con la quale viene gestito il ciclo di smaltimento dei rifiuti a livello regionale: «in città vi sono quasi 250 tonnellate di rifiuti da smaltire – ha spiegato Elisabetta Tripodi – ed oltre a non poter conferire presso il termovalorizzatore di contrada “Cicerna”, va messo in evidenza il fatto che ci è stato imposto un limite giornaliero di smaltimento di 20 quintali di rifiuti». Ciò che ne consegue è che l’amministrazione «deve fare i salti mortali per garantire un minimo di decoro urbano, impiegando anche i mezzi comunali ed applicando turni di raccolta notturni».
La cosa più grave risulta essere «il fatto di non avere interlocutori attendibili», visto che il sindaco in persona, accompagnato dall’assessore Fabrizio, si è più volte recato a Catanzaro, sia all’ufficio del commissario sia presso il dipartimento ambiente della regione, «senza avere risposte utili e subendo un vero e proprio scaricabarile da parte di entrambi gli uffici».
L’amministratrice, stanca della condotta del commissario all’emergenza rifiuti, il quale fino ad oggi «si è comportato in maniera arrogante, non degnando gli amministratori di alcuna risposta», ha sbottato spiegando che «è inconcepibile che a cittadine della stessa grandezza di Rosarno sia stato concesso di conferire fino a 50 tonnellate di rifiuti al giorno, mentre piccolissimi comuni ne conferiscano la nostra stessa quantità. Stiamo assistendo alla disfatta del raziocinio», con conseguente spreco di soldi, tempo e idee.
Da qui la presa di posizione forte del sindaco e dell’intera giunta comunale: «daremo tempo fino a martedì per ricevere risposte concrete. Se entro quel giorno non ci saranno date le garanzie richieste, unite al via libera a scaricare almeno 40 quintali al dì, Rosarno, comune tra i più virtuosi in fatto di pagamenti, bloccherà tutto e smetterà di saldare i propri debiti al commissario».
La Tripodi ha poi spiegato che «in attesa di una soluzione utile a farci uscire da questa impasse da parte della regione, il sito di stoccaggio provvisorio di contrada “Zimbario” è in allestimento» e ciò permetterà di evitare che si crei «una bomba ecologica in pieno centro urbano nel periodo estivo».
Da segnalare infine che «l’amministrazione è riuscita a bloccare una eclatante protesta organizzata nei giorni scorsi dagli abitanti di contrada “Bosco”», furiosi per il fatto di dover sopportare l’immondizia per strada nonostante la presenza dell’inceneritore a poche centinaia di metri dalle proprie abitazioni». Che dire: oltre al danno la beffa.
Francesco Comandè