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Rosarno; Consulta Giovanile: I dimissionari rispondono a Bonelli

ROSARNO – Non sono tardate ad arrivare le risposte dei 27 ragazzi dimissionari della Consulta Giovanile Comunale di Rosarno, in merito al comunicato stampa diramato, nei giorni scorsi, da Francesco Bonelli, assessore alle Politiche Giovanili nonché Presidente legale dell’organo in questione.

«Per quanto ci riguarda – si legge in una nota –  le sterili diatribe mediatiche possono finire qui. Siamo però rammaricati che l’assessore provi, invano, ad arrampicarsi sugli specchi, gettando fango sull’operato della Consulta».

I ragazzi precisano che «le dimissioni scaturiscono dall’atteggiamento che l’ assessore Bonelli ha avuto nei loro riguardi, e non per gli insinuati motivi da lui addotti». Gli ex membri dell’assemblea non le mandano certo a dire, specificando di «non aver mai ascoltato alcuna campana, in quanto “la campana siamo noi”, Pasquale Papaianni è stato semplicemente il nostro portavoce, ogni qualvolta vi erano delle perplessità o inquietudini da palesare».

Ribadendo di non voler prolungare oltre le polemiche, i ragazzi, senza peli sulla lingua, sferrano un duro attacco a Bonelli: «questa sarà la nostra ultima risposta a mezzo stampa – si legge nella nota –  visto che i “giochi mediatici” non appartengono alla nostra sobrietà personale ed hanno portato la nostra protesta su un piano totalmente differente rispetto alle nostre intenzioni». I giovani, certi che a questa loro risposta seguiranno delle dichiarazioni del membro di giunta, «lasciano all’intelligenza del lettore la possibilità di crearsi la giusta opinione, poiché, fino ad oggi, sono state dette troppe falsità ed ipocrisie».

La nota si chiude con tre importanti precisazioni: riguardo alle presunte dimissioni presentate dal vicepresidente Gianluca Sapio, si legge che «esse non sono mai state ufficializzate, ma soltanto verbalmente comunicate nella riunione del 28/10/2011»; per quanto attiene «alle dimissioni del segretario Comandè, ci teniamo a far sapere che esse sono scaturite a causa di motivi ed impegni di natura squisitamente personale,  che gli impedivano di adempiere al suo incarico, difatti rimaneva membro rappresentativo nel consiglio della Consulta»; È stato infine precisato il fatto che «non vigeva alcuna lotta interna e le dimissioni di alcuni membri del consiglio sono inesistenti, al contrario il numero delle adesioni è andato sempre più aumentando».

Nel «rimandare al mittente qualsiasi altra dichiarazione mendace», si precisa, in ultima istanza che le vere motivazioni e le reali cause delle dimissioni di massa,  sono presenti nella relazione inviata sia al sindaco che all’assessore.

Francesco Comandè

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