Alle prime luci dell’alba, a conclusione di complesse e articolate indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, in agro del comune di Rizziconi, all’interno di un’abitazione rurale, la Squadra Mobile reggina ha localizzato e catturato il latitante Giuseppe Crea, classe 1965 di Rizziconi.
Il 16 gennaio scorso, si era sottotratto all’esecuzione dell’ordine di carcerazione n. 11/2021 Siep, emesso nei suoi confronti il giorno precedente dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Firenze, dovendo espiare la pena di 8 anni di reclusione a seguito di condanna riportata per una serie di reati commessi nel 2008, in concorso con altri soggetti, nel territorio della provincia di Siena – aggravati dalle circostanze di cui all’art. 7 L. 203/91 – quali violenza privata, rapina, lesioni personali, furto, incendio, danneggiamento a seguito di incendio, allorquando si trovava a Spoleto (PG) in regime di semilibertà.
Per tali fatti, il 19 luglio del 2010, il Gip presso il Tribunale di Firenze, su richiesta della Dda del capoluogo toscano, emetteva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti e di altri sei indagati. Il 14 gennaio 2021, la Corte di Cassazione rigettava il ricorso di C. G., confermando la condanna a lui inflitta dalla Corte d’Appello di Firenze il 13 maggio del 2019, ad 8 anni di reclusione. Giuseppe Crea è nipote di Teodoro Crea, classe 1939, ritenuto elemento di vertice della cosca di ‘ndrangheta di Rizziconi, attualmente detenuto. Pertanto, è anche cugino di primo grado dei figli dell’anziano boss Teodoro, ovvero C. G., classe 1978 e C. D., classe 1982, attualmente detenuti, arrestati dopo numerosi anni di latitanza dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Servizio Centrale Operativo, rispettivamente, il 29 gennaio 2016 e il 2 agosto 2019.
Il 3 febbraio 1991, nel corso di una lite per futili motivi, Giuseppe Crea, uccise a Rizziconi a colpi di arma da fuoco un uomo di 31 anni del citato paese della Piana di Gioia Tauro, rendendosi irreperibile. Per tale delitto fu condannato dalla Corte d’Assise di Palmi a 26 anni di reclusione e la pena fu confermata in Appello. Dopo poco più di tre anni di latitanza, fu catturato dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, il 21 febbraio 1994 a Montecatini Terme (PT), dove aveva trovato rifugio presso un conterraneo.
Nel corso dell’odierna operazione di polizia giudiziaria è stato arrestato in flagranza di reato un soggetto di 56 anni ritenuto responsabile di procurata inosservanza di pena nei confronti del latitante in questione.
Le indagini condotte della Sezione Criminalità Organizzata e Catturandi della Squadra Mobile di Reggio Calabria che in data odierna hanno portato alla cattura del latitante sono state coordinate dal procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci e dai sostituti procuratori Francesco Ponzetta e Giulia Maria Scavello.