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Ranuccio replica a Ippolito: «Noi dalla parte del bene»

Il comune di Palmi

«Noi filo salviniani? Giammai!»

Non ci stanno il sindaco e l’amministrazione comunale a passare per quelli che seguono la linea dettata dal ministro dell’Interno col suo decreto sicurezza sui migranti, e rispondono alle parole del circolo “Armino” e del consigliere Ippolito con una breve dichiarazione postata sui social.

«Stiamo dalla parte del bene comune e del lavoro quotidiano e silenzioso.
Il nostro colore è quello dell’impegno concreto nell’esclusivo interesse della città tutta – si legge – Stiamo dalla parte dell’onestà, della legalità, del sacrificio e della dedizione. Questo è il colore della nostra amministrazione: fatti reali, non argomentazioni filosofiche».

I fatti a cui Ranuccio fa riferimento riguardano la nota stampa diramata nei giorni scorsi da Ippolito, in merito alla richiesta del consigliere di minoranza al primo cittadino di “uscire allo scoperto” dichiarandosi contro – o a favore (?) – il decreto sicurezza sui migranti.

In precedenza, durante un consiglio comunale, la maggioranza aveva rigettato la mozione di Ippolito, con cui il consigliere chiedeva di indirizzare al presidente della Camera Roberto Fico, la preoccupazione della città sul delicato tema.

Nella nota stampa Ippolito lasciava intendere che il sindaco e l’amministrazione non si siano finora dichiarati contrari al decreto sicurezza, per obbedienza al “caro Matteo”, il ministro a cui Ranuccio, la scorsa, estate ha scritto una lettera che iniziava proprio con queste parole.

Ranuccio non ha accettato la critica rivoltagli dal consigliere Ippolito e risponde in maniera piccata attraverso il social.

 «Quando accogliemmo gli immigrati tempo fa, di notte, al gelo, offrendo loro il massimo di ciò che potevamo offrire, sotto il profilo personale oltre che istituzionale, chi oggi si fa paladino dei diritti umani, come sempre quando c’è da rimboccarci le maniche, era al calduccio della sua casa, di Palmi o di Torino, probabilmente a ragionare dei massimi sistemi o della rivoluzione bolscevica».

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