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Radi, dipendenti in stato di agitazione

Lavoratori della Radi in stato di agitazione a Palmi. Da ieri mattina, infatti, gli addetti alla selezione dell’azienda che si occupa della raccolta, smistamento e gestione dei rifiuti, hanno deciso di fermarsi e non proseguire l’attività svolta, a seguito del mancato pagamento delle spettanze arretrate.

“Siamo in stato di agitazione da ieri mattina – hanno spiegato questa mattina i dipendenti – perché attendiamo che i custodi giudiziari ci paghino le mensilità arretrate, ossia settembre ed ottobre 2016, più la tredicesima e la quattordicesima mensilità dell’anno 2015”.

La Radi si trova da 4 anni in gestione controllata, a seguito dell’arresto del suo amministratore unico, Carmelo Ciccone, finito in manette per una serie di reati aggravati dalla modalità mafiosa ma assolto da tutti i reati contestati, lo scorso anno.

“La Radi è un’azienda sana – hanno proseguito i dipendenti – Lavora in diversi Comune della Piana, e anche se vanta circa 3 milioni di euro da alcuni Enti, ha comunque una sua solidità. Non riusciamo a capire quali siano i motivi di un ritardo nel pagamento delle maestranze, ovvero di coloro che portano avanti materialmente l’azienda”.

Lo scorso 26 ottobre i dipendenti Radi hanno deciso di fermarsi; in quell’occasione uno dei due custodi, l’avvocato Romeo, ha dichiarato che “su disposizione scritta del giudice – hanno spiegato i dipendenti – bisognava prioritariamente smaltire i rifiuti accumulati in eccesso, poi mettere in sicurezza gli impianti e solo per ultimo pagare i dipendenti”. Per fare tutte queste operazioni, è chiaro, i soldi in cassa non sarebbero bastati.

In quella stessa giornata l’altro custode giudiziario ha autorizzato il pagamento della mensilità di agosto 2016 e grazie alla mediazione degli agenti di polizia, l’amministrazione ha garantito entro 2 giorni il pagamento del resto delle spettanze. Cosa ad oggi non accaduta.

Il 28 ottobre i dipendenti, non vedendo accreditato lo stipendio, hanno provato invano a contattare i custodi giudiziari, che solo in serata hanno risposto ribadendo che c’era una disposizione di un giudice da seguire. I dipendenti, amareggiati, hanno comunque continuato a lavorare, attendendo che trascorressero le festività ma ieri mattina, rientrati a lavoro, non hanno potuto fare altro che incrociare le braccia.

“Teniamo a sottolineare che la Radi è sempre stata gestita in maniera esemplare ed ha funzionato bene fino al 2012 – hanno spiegato – Dopo l’arresto dell’amministratore, però, le cose sono andate avanti a singhiozzo ed oggi ci ritroviamo senza stipendio da due mesi, e con tredicesima e quattordicesima dello scorso anno ancora da ricevere. Abbiamo deciso di bloccare il lavoro all’interno del cantiere e garantire la raccolta dei rifiuti porta a porta, ma una situazione del genere non può andare avanti ancora a lungo”.

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