Riceviamo e pubblichiamo:
GIOIA TAURO – Di seguito la nota diffusa dall’associazione Codici:
Nel mese di Giugno dello scorso anno, le Aziende De Masi hanno ricevuto dalla Corte di appello di Reggio Calabria il riconoscimento dello status di vittime di usura e gli estorsori sono state le banche e i loro funzionari. L’imprenditore Antonino De Masi aveva lamentato l’applicazione di tassi usurari e costretto a pagare oneri finanziari di 6 milioni di euro per linee di credito di 12, 13 milioni di euro da parte di alcuni importanti istituti di credito italiani, tra cui Antonveneta, Banca di Roma e Banca Nazionale del Lavoro.
La vicenda inizia nel 2003 nella Piana di Gioia Tauro in provincia di Reggio Calabria quando il titolare dell’azienda De Masi, si rivolse poi , alle autorità giudiziarie per denunciare i tassi usurari messi in atto dalle banche della Piana. Per ben 8 anni il percorso burocratico per la giustizia è stato lungo e arduo rendendo sempre più grave la situazione di inerzia “statale” che ha danneggiato il gruppo industriale De Masi.
“ Ci costituiremo parte civile nel processo penale dichiara- il Coordinatore Provinciale di Codici Giuseppe Salamone: La “strana” solitudine in cui è stato lasciato questo imprenditore e la degenerazione che è emersa nel corso degli anni ci fa molto riflettere sul ruolo che ognuno di noi deve esercitare in queste aree difficili del Paese”. E aggiunge: “Occorre ribellarsi al sistema di strapotere economico , ponendo all’attenzione dei Tribunali e dell’opinione pubblica il perverso e intricato meccanismo dei soprusi bancari”. E conclude: “Un buon sistema bancario è tale se rispetta le regole, le leggi, e se risponde agli interessi del Paese del territorio e del proprio sistema produttivo, se invece risponde alle logiche ed agli interessi di arricchire qualcuno e creare potere , non fa altro che essere non solo illegale ma anche distruttivo”.