HomeAltre NotizieProcesso alla Massoneria, respinta la tesi dell'ex magistrato di Palmi Cordova

Processo alla Massoneria, respinta la tesi dell’ex magistrato di Palmi Cordova

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Rentao Vigna

Si è svolto martedì davanti alla V Sezione penale della Suprema Corte di Cassazione il giudizio a seguito del quale è stato accolto il ricorso che gli Avvocati Renato Vigna e Vincenzo Belvedere avevano presentato nell’interesse del Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia Antonio Perfetti, contro le sentenze di merito che, riconoscendo l’imputato colpevole del delitto di diffamazione ai danni del Magistrato Agostino Cordova, lo avevano condannato a pagare 1000 euro di multa e le spese liquidate a vantaggio del querelante Cordova, costituitosi parte civile.

La Corte di legittimità ha riconosciuto validità alle ragioni difensive che i giudici di merito di Cosenza e di Catanzaro avevano invece inteso negare prediligendo la prospettazione dei fatti costruita dal Giudice Cordova.

Gli  avvocati Vigna e Belvedere hanno lamentato che in entrambi i giudizi di merito sarebbe stata omessa una adeguata motivazione in merito alle ragioni che avrebbero consentito l’attribuzione all’imputato Antonio Perfetti della responsabilità per il delitto presupposto, trascurando sia ogni controdeduzione difensiva che la tesi che all’esito del dibattimento di prime cure venne licenziata dalla Procura della Repubblica di Cosenza la quale difatti dopo aver chiesto il rinvio a giudizio, chiese l’assoluzione dell’avvocato Perfetti sul presupposto che le prove assunte avessero dimostrato come egli avesse agito nel pieno esercizio del cosiddetto “diritto di critica”.

La sentenza della Corte era molto attesa per l’importanza e la notorietà delle due parti in contesa: il denunciante Agostino Cordova – che ancora oggi e per antonomasia rappresenta il modello di Giudice anti-massoneria in ragione della famosa indagine che lo stesso condusse contro la Massoneria quando negli anni 90 era Procuratore delle Repubblica di Palmi –  l’ex Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia, Antonio Perfetti, il quale proprio in tale veste avrebbe vibratamente replicato ad una missiva che il Cordova inoltrò alla Gazzetta del Sud nel 2010 il cui contenuto venne ritenuto degno di risposta soprattutto in quanto espressione di una concezione genericamente antimassonica di chi aveva esercitato la funzione di magistrato e proprio in quanto tale aveva avuto modo di impegnare discrezionalmente il denaro dei contribuenti.

Attraverso l’accoglimento del ricorso presentato dai difensori dell’Ex Gran Maestro Aggiunto Perfetti (odierno gran Maestro onorario del GOI ) è stato stabilito che l’incolpato sarebbe stato condannato per ben due volte con sentenze che non hanno tenuto adeguatamente presente l’esimente dell’aver agito per ragionevole esercizio del diritto di critica.
Il processo dopo l’annullamento con rinvio della sentenza di merito che disponeva la condanna di Perfetti, torna adesso all’esame della Corte di Appello di Catanzaro per un nuovo pronunciamento.

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