Il volume, nato dal blog dello stesso Macino, da cui ha ripreso il nome, è una raccolta dei post pubblicati giornalmente e condivisi sul web, anche attraverso i canali dei social network.
La raccolta è il frutto di un anno di scritti dal novembre 2012 al dicembre 2013, esattamente dal post che ha raccontato l’elezione del sindaco di San Procopio fino all’elezione di Renzi come segretario del partito democratico.
Il volume è stato presentato da Pino Toscano e Armando Veneto, che hanno intrattenuto gli oltre duecento presenti in sala descrivendo e omaggiando il lavoro svolto da Macino.
Una ricostruzione sintetica e precisa delle tematiche affrontate nel libro è stata fatta inizialmente da Toscano che ha ripercorso via via i vari scritti e ha sottolineato l’importanza degli stessi per i momenti di riflessione che regalano.
«Per me questa – ha detto Toscano- è una serata tra amici. Leggere il libro di Pino è stato inizialmente un dovere, per poter parlare qui stasera ma poi – ha aggiunto – si è trasformato in un piacere anche perché grazie ai suoi scritti mi sono ritrovato immerso nella storia del mio paese di origine, che ho dovuto lasciare».
Del pensiero, della scrittura e della personalità di Macino ha invece parlato Veneto nel suo intervento, affermando sin da subito che quanto emerge dal volume pubblicato non è altro che l’antica propensione dello stesso Macino a riflettere sul mondo.
«L’importanza di questo volume – ha affermato – sta nel fatto che si incastona giorno per giorno nella vita lavorativa, familiare e personale di Pino. Ma in tutto questo – continua – c’è un attimo in cui si consegna all’altro per esprimersi, per consegnarsi a chi legge ma, oserei dire anche alla storia. In questo volume Pino trova l’ardore di essere osservatore del tempo, i suoi pensieri – conclude – sgorgano limpidi e noi tutti possiamo servirci per continuare la strada che ci rimane».
E sull’importanza del pensare, guardando al futuro ma con un occhio sempre rivolto al passato, che si è soffermato infine lo stesso autore nel momento conclusivo della serata.
L’autore del volume, nel suo saluto finale rivolto ai presenti in sala ma anche ai tanti che hanno seguito tutta la presentazione in streaming, ha raccontato il perché del suo lavoro.
«Con pupari e pupi – ha detto Macino – ho voluto dare voce ad un sud indignato, che non accetta i pupari specie dell’ambito politico, che hanno inchiodato il nostro sud in un modo che nessuno può più accettarlo.»
Le parole di indignazione però hanno subito ceduto il posto alla speranza, elemento conclusivo in tutti i post dell’autore. «il mondo – ha infatti affermato l’autore alla fine del suo intervento – è un posto meraviglioso in cui vivere»
Angela Angilletta