Riceviamo e pubblichiamo:
Speriamo che il viaggio romano del prossimo 24 ottobre del Presidente Raffa abbia maggiore fortuna di quanto invece sta vivendo il Porto di Gioia Tauro.
Lo stato dell’arte è davvero tragicomico.
Giorni fa, in una conferenza stampa, informavamo che, sui finanziamenti al Porto di Gioia Tauro, il castello di false promesse e “bugie”, edificato dal governo nazionale e dalla giunta Scopelliti stava drammaticamente crollando. Dicemmo, infatti, che, in verità, nel milleproroghe le somme destinate a Gioia Tauro erano poco più di cinque milioni di euro. Nel frattempo, con fare strabiliante, la vice presidente Stasi si accorava a rassicurarci, sostenendo che i diciotto milioni, oggi risultati essere dodici, suddivisi tra i tre maggiori porti di trasbordo avrebbero garantito a Gioia Tauro la quota parte necessaria a mantenere l’azzeramento delle tasse di ancoraggio, favorendo,così, anche l’arrivo delle grandi navi.
Il 14 ottobre, invece, nella firma dei decreti attuativi, la reale somma destinata al porto calabrese ammontava a soli cinque milioni di euro; dote finanziaria per nulla sufficiente a mantenere gli sgravi sulle tasse di ancoraggio. E’ stato solo grazie al buon senso del Presidente dell’Autorità Portuale e alla lungimiranza dei componenti del comitato portuale che si è evitato di esporre al disavanzo l’ente portuale; infatti, per effetto del mancato trasferimento delle somme ministeriali, sempre nei giorni scorsi, era stata revocata la sospensione delle tasse.
Se poi si pensa che il tutto accade mentre, ironia della sorte ,parlamentari calabresi vengono scelti a ricoprire ruoli di governo e il pianigiano MISITI ,addirittura vice-ministro alle infrastrutture! Speriamo che anche questo, presto, non diventi una beffa.
Crediamo che non sia più sopportabile che la Regione Calabria possa sopportare che muoia il porto di Gioia Tauro, che si perdano 3000 posti di lavoro (diretti e indotto).
Come diciamo, ormai da troppo tempo, vi è in atto una lenta agonia che , oggi, assume una pesante accelerazione. Da un lato l’incalzante concorrenza dei porti africani e la crisi mondiale e dall’altro la scelta nordista di un governo che nello stesso milleproroghe destina somme importante ai porti nel nord del Paese, indicando ancora una volta che il sud è fuori dall’agenda del governo.
Ora, purtroppo, si prende atto che la crisi del trashipment a Gioia Tauro è strutturale e che il peso del ridimensionamento ricade tutto sulle spalle dei lavoratori, che subiscono, scevri di responsabilità dirette, la cassa integrazione .
Il grande risultato del governo regionale in carica, al netto della propaganda, è quello che in poco tempo il primo porto del mediterraneo ha perso il suo primato e da prioritario allo sviluppo e divenuto solo comprimario.
E, anche se inascoltati, ribadiamo che, si deve cambiare rotta: con scelte politiche mirate e azioni concrete, il porto può ancora trascinare l’economia della Calabria e può favorire lo sviluppo e la ripresa occupazionale. Urge però puntare davvero, immediatamente, sulla logistica e sull’itermodalità per far crescere la produttività . E’ necessario recuperare i ritardi dell’APQ che da oltre un anno langue.
Diciamo al Presidente Scopelliti che la propaganda e le “ bugie” non servono, serve piuttosto incalzare il governo sui contenuti del tavolo romano che discusse sulla crisi. Questa volta, però prima che sia troppo tardi, spostiamo il confronto in sede del consiglio dei ministri, sperando nella presenza del ministro Tremonti, in modo che esca allo scoperto e non faccia più “ scherzetti” alla Calabria…sempre che di scherzetti si tratti.
Presidente Scopelliti, come saprà il 24 il Presidente Raffa sarà al Roma, faccia in modo che a quel tavolo ci siano tutti gli attori, sindacato compreso , e un’ autorevole rappresentanza del Governo, magari Tremonti, in grado di incidere in positivo sulle sorti del porto e dei Calabresi.
Gioia Tauro 27/08/2011
Sergio Genco
Segr Gen Cgil Calabria
Antonino Calogero
Segr Gen Cgil Piana di G.T.