È ancora in fase dibattimentale il procedimento instaurato presso il Tribunale di Palmi, che vede in discussione la legittimità del congresso cittadino del circolo del Partito Democratico di Polistena che elesse a segretario l’attuale dirigente Marco Policaro, intentato dal cosiddetto gruppo dei dissidenti con in testa il tesserato Renato Fida. Nei giorni scorsi a dare testimonianza è stato chiamato anche il sindaco Michele Tripodi, convocato su indicazione dei ricorrenti, il quale nella sua qualità di primo cittadino è stato sentito su elementi di pubblicità inerenti la fase prodromica alla convocazione del congresso piddino. Una lite giudiziaria che, dal 9 aprile 2022 giorno dell’assise del circolo, ha allungato il congresso in tribunale consentendo sì di eleggere la dirigenza cittadina ma a discapito dell’unità di intenti e di programmazione dello stesso circolo che si è ritrovato, di fatto, ad operare in condizioni divisive e, a tratti, addirittura di contrapposizione interna (su tutti, basti ricordare la campagna per l’elezione del segretario nazionale dello scorso anno: a Polistena prevalse Bonaccini, sostenuto dal direttivo del circolo, ma a livello nazionale vinse Schlein fortemente appoggiata dalla vecchia guardia dei tesserati polistenesi). Non è però passato inosservato l’appello dell’ex sindaco e dirigente democratico, Giovanni Laruffa, che, in più occasioni pubbliche per la verità, ha tentato di ricomporre la diatriba politica invitando le parti al dialogo e i vertici metropolitani e regionali del partito al confronto: “Sono testimone in una causa che non avrebbe dovuto esserci e che ove raggiungesse un verdetto non risolverà il problema. È in discussione la legittimità del congresso del circolo PD dove sono iscritto e che si è tenuto circa 2 anni addietro. È decisamente e chiaramente un problema che può risolvere, indipendentemente da una eventuale sentenza (per la quale si stanno spendendo tempo e danari), solo e solamente la politica” sono state le parole di Laruffa che, sorvolando sui contendenti locali arroccati sulle proprie posizioni, ha preso di mira i quadri del partito che “tacciono e fanno finta di niente” bacchettandone, dunque, l’indolenza. Il processo è stato aggiornato al prossimo mese di febbraio e proseguirà con l’escussione testimoniale delle parti.