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Pedà contesta il piano strategico della portualità e della logistica

Riceviamo e pubblichiamo:

Giuseppe Pedà

In riferimento al piano strategico della portualità e della logistica, approvato in via preliminare lo scorso 3 luglio in consiglio dei ministri su proposta del ministro Del Rio, il sindaco di Gioia Tauro esprime fortissime riserve e perplessità.
L’impianto della riforma in oggetto appare ictu oculi permeato da una filosofia che mette al centro i concetti di “competitività” e “razionalizzazione”, linee guide già tristemente perseguite con pessimi risultati su un piano più strettamente macroeconomico.

Il sindaco di Gioia Tauro ritiene perciò utile chiedere un completo cambio di paradigma, destinato a privilegiare le singole specificità locali con interventi precisi e mirati. I problemi che attanagliano il Porto di Gioia Tauro, opera decisiva che esprime un potenziale nettamente al di sotto delle aspettative, non sono sovrapponibili a quelli che gravano sui Porti siciliani, come tra l’altro correttamente evidenziato dai più sensibili esponenti della classe politica isolana con i quali manteniamo un continuo e proficuo rapporto di collaborazione.

Gioia Tauro, più che di accorpamenti, avrebbe bisogno di vedersi riconosciuta la Zes, in virtù anche delle promesse passate di un governo centrale pronto a garantire un giusta compensazione in favore di un territorio che si era sobbarcato, nel nome di un solidarietà vera e non pelosa, l’onore di smaltire i veleni chimici siriani per aiutare e facilitare la risoluzione di un problema geopolitico che aveva assunto dimensioni globali.

Riservandoci quindi di inviare a breve all’attenzione del ministro competente una relazione contenente le nostre specifiche osservazioni sui singoli punti del progetto di riforma in argomento, chiediamo nuovamente e con forza al governo centrale di rimettere al centro del dibattito italiano ed europeo il riconoscimento per Gioia Tauro della Zone Economica Speciale.

 

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