“Bene il reclutamento di medici, infermieri, biologi, Oss, tecnici di laboratorio e anche autisti per ambulanze ma è assolutamente necessaria l’assunzione e l’inserimento in organico di psicologi nei nostri ospedali, una figura professionale oggi più che mai indispensabile per fronteggiare l’emergenza Covid-19 e il “burnout” del personale sanitario”.
A ribadirlo dopo averne fatto una battaglia in tempi non sospetti lavorando in Commissione sanità è Giuseppe Pedà, già consigliere regionale della X legislatura, che, nel giorno della visita in Calabria del viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, rilancia l’appello diffuso dal dottor Armodio Lombardo, presidente dell’ordine regionale di categoria, sull’esigenza della presa in carico di tanti cittadini calabresi, che, in questo momento, versano in condizione di particolare vulnerabilità, attraverso il reclutamento immediato di psicologi all’interno del Servizio Sanitario regionale -per prevenire e fronteggiare gli stati di estrema sofferenza e costrizione psicologica che questa pandemia sta generando e che, purtroppo, genererà ancora nei prossimi mesi e anni- a partire dall’immediata attivazione delle EPE (equipe per l’emergenza), così come previste dal DPCM del 28 agosto 2006, mai applicata dalle Aziende Sanitarie della regione, configurando un gravissimo vulnus del diritto alla Salute dei cittadini calabresi.
Ma non è tutto.
“L’intera nazione, inclusa la Calabria, -evidenzia Pedà- è stretta in una morsa ormai da settimane a causa dell’emergenza e gli operatori sanitari, giunti allo stremo delle forze a causa di turni infiniti e massacranti, sono particolarmente esposti al distress lavorativo, ovvero alla sindrome del burn-out, una condizione di logorio personale e professionale. La figura dello psicologo risulta dunque determinante e fondamentale in questo periodo di pandemia. Ci sono documenti dell’OMS e dei principali istituti di ricerca che indicano i rischi ai quali va incontro la popolazione e individuano linee guida per gli interventi di “primo soccorso psicologico”.
Tutta la categoria si è attivata sin dai primi picchi epidemici per mettersi a disposizione della comunità al fine di offrire un supporto psicologico di primo soccorso. Gesto encomiabile che da un lato assicura la totale disponibilità degli psicologi dall’altra conferma il significativo aumento della domanda delle prestazioni psicologiche, soprattutto in questo periodo.
Pedà fa presente che nelle Asp e Aziende Ospedaliere sono rimasti soltanto 110 psicologi, che a fine anno diventeranno 88, sottolineando come la situazione più disastrosa, considerando il rapporto popolazione e numero di psicologi, sia quella dell’Asp di Reggio Calabria.
“Il Governo -rimarca- ha riconosciuto agli psicologi un ruolo in prima linea in questa complessa fase stanziando una significativa risorsa allo scopo di incrementare le prestazioni di lavoro del personale sanitario dipendente delle aziende e degli enti del SSN direttamente impiegato nelle attività di contrasto all’emergenza epidemiologica. La Sanità calabrese -conclude- farebbe bene a farsi carico di quest’utenza considerando anche l’assoluta carenza di psicologi all’interno delle varie strutture sanitarie”.