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Passa dal porto di Gioia la droga delle ndrine piemontesi, lombarde e calabresi

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TORINO – Oltre 400 chili di cocaina purissima, per un valore di circa 35 milioni di euro, sono stati sequestrati dalla guardia di finanza nel porto di Valencia. L’operazione ha consentito alle fiamme gialle di smantellare un ingente traffico internazionale di droga che dal Sudamerica riforniva le cosche della `ndrangheta di Piemonte, Lombardia e Calabria. Quindici le misure di custodia cautelare emesse dal gip di Torino, otto delle quali eseguite. Sequestrati beni per 8 milioni di euro.

L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Torino, ha impegnato 150 militari della guardia di finanza di Torino. Sette arresti sono stati effettuati in Italia, uno in Portogallo. Sono in corso le ricerche di altri sette indagati, tra i quali tre brasiliani.

Le fiamme gialle hanno ricostruito, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti e accertamenti bancari e patrimoniali, le rotte delle ingenti partite di droga destinate all’Italia, che hanno interessato Brasile, Perù, Spagna e Portogallo. In soli cinque mesi, la banda è riuscita a importare dall’America Latina una tonnellata di cocaina purissima, di cui 415 chili sottoposti a sequestro.

Al vertice dell’associazione per delinquere ci sarebbe A.N., 57enne di origine calabrese, residente a San Giusto Canavese, attualmente latitante all’estero.

L’uomo, insieme alla moglie e ai due figli, è diventato il punto di riferimento per le organizzazioni criminali, riuscendo a organizzare consistenti importazioni di cocaina attraverso l’utilizzo di container in partenza o in transito dal Brasile.

I contenitori dopo aver toccato i porti africani o spagnoli giungevano a Gioia Tauro dove alcune persone, ritenute dagli investigatori contigue al clan Pesce, si occupavano del recupero del carico e della suddivisione della droga in partite di 100 o 200 chili da consegnare alle ndrine piemontesi, lombarde e calabresi.

L’operazione della Procura torinese è stata supportata dai Comandi della Guardia di Finanza di Ancona, Brescia, Milano, Reggio Calabria, Roma, Siena, Varese e Verbania.

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