Papalia (Palmi): «Quanto ancora ci vuole perché Pallaria e Gidaro vengano rimossi?»
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La Calabria è quella regione d’Italia in cui non si fa in tempo a gioire per un importante traguardo raggiunto, che la brutta notizia è appena dietro l’angolo. E così è stato anche oggi.
Questa mattina la Piana ha salutato con entusiasmo e speranza l’arrivo – dopo anni – di un treno merci al Porto di Gioia Tauro, importante infrastruttura che pone lo scalo gioiese quale parte integrante del corridoio Helsinki-La Valletta; nelle stesse ore, nella vicina Vibo Valentia, dagli uffici di Procura venivano notificati avvisi di garanzia ad alcuni dirigenti regionali e figure responsabili dei lavori per la realizzazione del nuovo ospedale.
In un post du Facebook l’ex consigliere comunale di Palmi Antonio Papalia, presidente dell’Associazione “Maestrale” commenta così, con amarezza, quanto successo.
«Giornata in chiaro-scuro per la Piana, con una notizia buona ed una notizia cattiva. La buona è che dopo anni di attesa, al Porto di Gioia Tauro arriva un treno merci: il nuovo scalo ferroviario rilancia le potenzialità dell’infrastruttura portuale, che da oggi può dirsi finalmente parte integrante del corridoio Helsinki – La Valletta. La cattiva è che il cantiere del Nuovo Ospedale di Vibo (fratello “appena” maggiore del Nuovo Ospedale della Piana, in Palmi) è stato sottoposto a sequestro. L’accusa è gravissima (disastro colposo ed abuso d’ ufficio), ma al pari del rilievo penale, ciò che preoccupa è il coinvolgimento dei responsabili dell’iter per la costruzione del nosocomio di Palmi».
Sì, perché alcuni dei soggetti indagati sono responsabili anche dell’iter per la costruzione dell’ospedale della Piana, con sede a Palmi. Si tratta di Domenico Pallaria, direttore generale del Dipartimento Infrastrutture della Regione Calabria e RUP dell’Ospedale, e di Pasquale Gidaro, responsabile della struttura tecnica per il supporto al RUP.
L’inchiesta riguarda solo la struttura ospedaliera del vibonese, ma la notizia non ha lasciato indifferenti i cittadini della Piana che ora tremano.
«Pongo un’unica domanda, forse semplicistica: dopo gli anni di attesa, i tubuli e i tralicci, cos’altro ci vuole per rimuovere Pallaria e Gidaro?
Ricordo sommessamente che qui si muore pure senza COVID», si domanda Papalia.