A leggere l’ordine del giorno del consiglio comunale di ieri sera a Palmi, nessuno si sarebbe aspettato l’epilogo al quale la città assistito: il sindaco che più volte lascia intendere di voler lasciare di qui a breve la sua carica, ed un consigliere – Antonio Papalia – che dopo quattro anni e mezzo abbandona il suo scranno in maggioranza per sedere all’opposizione. Gesto comprensibile, scaturito a seguito del mancato sostegno – incomprensibile, questo – alle elezioni di domenica al consiglio metropolitano.
L’assise si apre con un minuto di silenzio per ricordare Pasquale Frisina, scomparso la scorsa settimana, e prosegue con un lungo intervento di Giovanni Barone. Parla a lungo “dell’amico Pasquale”, che definisce “modello di attaccamento alla città, una delle presenze costanti a palazzo San Nicola, non solo in occasione dei consigli comunali”. Lentamente il discorso sembra prendere la forma di un commiato, di un saluto anticipato alla città. Parla più volte di “pause per riflettere” e di “bisogno di resettare tutto” il sindaco, lasciando intendere che forse di qui a breve qualcosa potrebbe cambiare, che potrebbe lasciare il mandato o che potrebbe anche terminare la sua esperienza con la politica.
“Non dobbiamo avere paura di prenderci delle pause”, ripete il primo cittadino. Un assist colto dal suo vice, Giuseppe Saletta, che afferma chiaramente di voler mettere fine alla sua esperienza politica.
Ma quando il consiglio sembra virare verso i punti all’ordine del giorno, ci pensa Antonio Papalia ad impensierire ancora di più il primo cittadino. Il suo intervento è un processo alla maggioranza, che appena tre giorni fa ha fatto perdere alla città l’importante occasione per essere rappresentata al consiglio metropolitano di Reggio Calabria. Un fatto politicamente grave, da cui si evince la spaccatura ormai insanabile che c’è all’interno della maggioranza.
Solo tre voti ha ottenuto Papalia (di cui uno personale), e ne sarebbe bastato un altro soltanto perché fosse eletto e perché Palmi avesse un ruolo nella città metropolitana. Invece il consiglio comunale di Palmi ha preferito votare altri candidati di altri comuni, condannando la città a non essere rappresentata.
“Se per un verso prendo atto che la fiducia politica nel mio operato è venuta meno, per altro verso ho il dovere di esprimere, mio malgrado, la mia incompatibilità politica rispetto alla maggioranza che non mi ha sostenuto e che sostiene questo Sindaco e questa Giunta – ha detto Papalia – Sia chiaro a tutti, signor Sindaco, che non sarò io a decidere le sorti della Sua amministrazione e qualora il mio voto fosse decisivo per rimanere o andare a casa, avrebbe il mio sostegno aritmetico incondizionato. Ma personalmente non mi ritengo più da ora in avanti parte della Sua maggioranza e mi riservo di determinarmi valutando atto per atto e delibera per delibera”.
Papalia lascia quindi la maggioranza ma ritiene di voler continuare ad essere vitale nella maggioranza, non “staccandole la spina”. L’ennesimo, forse ultimo, atto di questa esperienza politica.
E’ stata poi la volta di Tato Ferraro, entrato in consiglio comunale a posto di Pasquale Frisina.