La posta continua ad essere consegnata al civico 41 di via Concordato a Palmi, ma a ritirarla, da oggi, ci sono gli uomini del Commissariato di Polizia di Palmi. Perché da oggi quell’immobile è ufficialmente e definitivamente dello Stato.
In quel palazzo, tutto cemento e circondato da alberi d’ulivo, ha abitato per anni la famiglia Gallico, protagonista della sanguinosa faida con la famiglia rivale dei Condello; è stato confiscato a seguito di arresti e sentenze che hanno certificato che sì, i Gallico sono una famiglia di ‘ndranghetisti, e destinato alla Polizia di Stato perché ne sorgesse il nuovo Commissariato.
Un problema, però, impediva allo Stato l’inizio dei lavori di adeguamento dell’immobile: al primo piano l’appartamento era abitato da Giuseppina Morgante, 92enne condannata all’ergastolo che sta scontando la pena ai domiciliari per motivi di salute, e dal figlio 43enne Carmelo Gallico.
Questa mattina, finalmente, la buona notizia: Giuseppina Morgante ed il figlio sono stati allontanati dall’immobile.
A darne notizia è stato il Prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari, che ha voluto incontrare la stampa proprio all’interno della villa di via Concordato 41 a Palmi, per darne notizia.
«Vi avevamo fatto una promessa poco tempo fa con il Ministro Salvini, e la promessa è stata mantenuta e superata – ha detto Di Bari – Questo bene confiscato, destinato a diventare un commissariato di polizia qui a Palmi, è il simbolo dello Stato che ha vinto».
Stato che per ottenere il risultato odierno ha dovuto affrontare e superare una serie di esami giurisdizionali. Finalmente oggi il provvedimento di sfratto della Morgante e del figlio è diventato esecutivo e l’immobile è stato sgomberato.
«Tramite i servizi sociali del Comune di Palmi, che hanno dato assistenza, la Morgante è stata trasferita altrove. I familiari si sono assunti la responsabilità dell’accoglienza e da oggi la struttura confiscata è libera da persone e da cose – ha proseguito il Prefetto – Abbiamo già iniziato un iter progettuale per la ristrutturazione dell’immobile ai fini dell’utilizzo come Commissariato, e da oggi la procedura subirà una forte accelerata».
Ci vorrà almeno un anno perché l’immobile possa essere adeguato ed utilizzato come Commissariato di Polizia ma, ha fatto sapere Di Bari, il Ministero dell’Interno è già pronto a stanziare con urgenza una cospicua somma per ristrutturare il bene.
«La mia presenza qui è simbolica e vuole essere un messaggio forte: lo Stato c’è – ha chiosato il Prefetto – Lo Stato ha vinto e lo ha fatto insieme alle persone che oggi sono qui presenti: ai Carabinieri ed alla Guardia di Finanza, rappresentati dai Comandanti Provinciali, alla Polizia, rappresentata dal Vice Questore e dal dirigente del Commissariato di Palmi Francesco Muraca, dal sindaco della città che ha ha dato piena disponibilità a collaborare con noi».
Il sindaco di Palmi Giuseppe Ranuccio era presente all’incontro con il Prefetto Di Bari, ed a margine della conferenza stampa ha osservato come «oltre che un concreto momento di lotta alla criminalità, quanto accaduto oggi è anche una azione dal valore simbolico. La struttura diventerà infatti un Commissariato di Polizia, presidio di legalità che sorgerà laddove lo Stato si è riappropriato di un bene frutto dell’illecito, sorto nell’illegalità».
Evidenziando la positiva sinergia creatasi tra le istituzioni, il sindaco ha poi ringraziato il Prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari, per la sua presenza in città, insieme alle forze dell’ordine.
«La battaglia contro l’illegalità deve essere portata avanti con determinazione, giornalmente, con la ferma volontà di attuare gesti concreti contro la presenza del crimine sul territorio», ha concluso Ranuccio.