Dinanzi al dramma di migliaia di bambini, donne e uomini che quasi quotidianamente perdono la vita in mare, durante i viaggi verso la speranza di una vita migliore in una terra migliore, non è possibile tapparsi gli occhi e fingere di non vedere, di non sapere.
Ci sono tragedie che devono scuotere le coscienze di ognuno di noi, e quella dei profughi lo è.
Il Comune di Palmi, nel suo piccolo, ha voluto collaborare con la Prefettura di Reggio Calabria, rispondendo alla richiesta di poter dare sepoltura a 3 salme rinvenute dopo il naufragio avvenuto a largo delle acque siciliane il 18 aprile 2015, che ancora non hanno trovato un degno riposo.
Quel giorno in mare, persero la vita centinaia e centinaia di persone; 552 le salme recuperate e successivamente etichettate e sigillate, e a distanza di oltre due anni dal naufragio ancora 25 corpi si trovano ancora ad Augusta, nel siracusano, in attesa di essere sepolti.
Il sindaco Giovanni Barone ed il responsabile delle attività di polizia cimiteriale Domenico Bagalà, hanno dato la disponibilità ad accogliere 3 delle 25 salme rimaste ancora senza una dimora.
«Pur con le modeste possibilità di spazi e locali nel cimitero storico – si legge nella nota inviata dal Comune di Palmi alla Prefettura di Reggio Calabria – questo Comune ritiene di dare un segno concreto, mettendo a disposizione tre loculi comunali ubicati nella zona Reparti Speciali, destinati al seppellimento di persone decedute a seguito di eventi straordinari e/o professanti un culto diverso da quello Cattolico».
«Non potevamo restare insensibili – ha commenato il sindaco – davanti a tali richieste, avendo previsto come per legge, e tra i pochi Comuni organizzati, un’area apposita per detenuti di altra religione».