La paura dello sfratto che a breve potrebbe diventare esecutivo, il dolore per la malattia grave del figlio e la disperazione per la propria invalidità che non gli permette di svolgere un lavoro: la vita del signor Claudio Cavallari, palmese, rischia di precipitare e con essa anche le speranze di un futuro sereno, normale perché, all’improvviso, quelle che sono condizioni che prevedono tutela e garanzie, si stanno trasformando in motivo di emarginazione e discriminazione.
Claudio Cavallari ha 61 anni, è disabile al 90%, indigente, con un figlio gravemente malato e la residenza in una casa in via Topa a Palmi, che non è di sua proprietà ma dei due fratelli che vivono a Londra una e a Reggio Calabria l’altro.
L’inizio del 2025 potrebbe rappresentare la fine di alcune certezze per il signor Claudio Cavallari il quale rischia lo sfratto dall’immobile in cui vive, di proprietà dei fratelli. Un immobile che, stando al racconto di Cavallari, non avrebbe alcun valore commerciale, poiché vecchio, umido e a rischio crollo.
Cavallari ha raccontato alla nostra testata che il figlio di appena 11 anni è gravemente ammalato e per sottoporsi alle cure necessarie a mantenerlo in vita, deve recarsi periodicamente fuori dalla Calabria. Nel 2024 la famiglia Cavallari ha dovuto compiere ben tredici viaggi a Roma, molti altri a Cosenza e Reggio Calabria per consentire che il figlio venisse curato, alcune di oltre un mese.
I costi sono stati – e continuano a essere – tutti a carico della famiglia, costi che i Cavallari sostengono con dignità di tasca propria, con l’aiuto di qualche Onlus.
Stanco ma con ancora tanta speranza, il signor Claudio Cavallari chiede alla magistratura, al Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità e al sindaco di Palmi che fine abbiano fatto la tutela dei minori e quella delle persone disabili e il diritto sacrosanto a una casa.
Ricorrerà – il signor Cavallari – anche alla Corte europea dei Diritti dell’uomo affinché venga garantita una vita dignitosa a lui e alla famiglia.