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Palmi, la bozza preliminare del Psc passa in consiglio. Si astiene il centrosinistra

Palazzo San Nicola a Palmi

PALMI – Un Tapiro d’oro, auto-consegnatosi dal sindaco Giovanni Barone, ha aperto il consiglio comunale di ieri sera.

Il primo cittadino se lo è consegnato per ironizzare sulla polemica sollevata dal centro sinistra in merito alla mancata richiesta da parte dell’ente di un mutuo per pagare i debiti certi, liquidi ed esigibili.

«La polemica sollevata dal centro sinistra è sterile e non costruttiva – ha detto l’assessore Melara – Non è stato tenuto in conto un dato certo, ossia il fatto che i debiti certi, liquidi ed esigibili sono circa 400mila euro, una cifra non esagerata per la quale non sarebbe convenuto all’ente devolvere un mutuo da restituire in 30 anni».

Messo da parte il Tapiro d’oro, il sindaco ha provveduto a ribadire quanto sostenuto dall’assessore Melara in merito alla devoluzione del mutuo: «Era sconveniente per l’ente devolvere un mutuo, pertanto dico che la querelle sollevata non è giustificata dai fatti».

Si cambia poi argomento e si passa alla discussione sul documento preliminare relativo al Psc ed al Reu.

«Stiamo seguendo passo passo le disposizioni della legge regionale numero 19 – ha spiegato l’assessore all’urbanistica Lilla Pipino – ed oggi approviamo il documento preliminare che è una fotografia della città, ma mi auguro che nel breve tempo riusciremo ad approvare definitivamente il piano strutturale. Un piano strutturale che è della città e dei cittadini, non di questa amministrazione, e per il quale abbiamo voluto coinvolgere professionisti e non».

L’approvazione di questo documento ha quindi consentito di evitare l’arrivo di un commissario ad acta che lavorasse al Psc. L’architetto Gerocarni, nominato responsabile unico del procedimento, ha quindi preso la parola, sollecitato dal presidente del consiglio Gaetano Muscari e dall’assessore Lilla Pipino, per spiegare in soldoni cosa è stato fatto finora relativamente al Psc.

«Grazie agli strumenti di cui disponevamo – ha spiegato Gerocarni – ed ai nuovi che si sono aggiunti successivamente, abbiamo fotografato Palmi, nei suoi aspetti peculiari, quello urbanistico, quello agronomico ed ambientale, ed è da qui che partiremo per approvare definitivamente il Psc».

Il clima, fino a quel momento disteso, si è animato subito dopo l’intervento di Giuseppe Ranuccio, consigliere del Pd. «Le valutazioni che adesso condividerò – ha detto il democrat – le faccio a titolo personale e non a nome del partito che in consiglio rappresento. Cosa andiamo a votare oggi? Solo una panoramica di Palmi, una fotografia che ci parla di come si estende la città. Non si parla però di dove e come costruire, in che volumi, e gli unici interventi previsti sono due strade ed un nuovo cimitero. Un Psc dovrebbe raccontare il paese del domani, la Palmi futura ed in questo documento non c’è nulla di tutto ciò. Mi asterrò per ora, riservandomi di cambiare opinione in futuro, quando verrà approvato il documento definitivo».

Parole che la maggioranza e l’esecutivo non hanno gradito, e che ha rispedito al mittente durante la dichiarazione di voto.

«Dico che non è il caso di enfatizzare – ha detto Barone – ma neanche di sottovalutare quello che oggi stiamo votando. Palmi attende il Psc da 100 anni ed oggi stiamo compiendo un primo passo,approvando la bozza preliminare. Mi sarebbe piaciuto il consenso dell’opposizione tutta, ma evidentemente non a tutti piace quanto finora fatto. Ringrazio quella parte di opposizione (Trentinella, ndr) che invece ha votato a favore».

La minoranza di centro sinistra dunque si astiene ed il documento passa con 12 voti favorevoli e 2 astenuti.

«Intendo ringraziare chi ha lavorato e si è speso perché oggi arrivasse in aula questo documento – ha detto Muscari – Non è vero che è un documento vuoto e senza programma per il futuro, anzi, credo sia tutto l’opposto. Alla minoranza che si è astenuta, dico che avrebbe potuto portare un contributo invece che astenersi. Avrebbe potuto essere più produttiva durante le riunioni e gli incontri, ed offrire il proprio punto di vista invece che ridursi ad astenersi oggi».

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