PALMI – Il Partito democratico scende in piazza non per manifestare ma per un’assemblea aperta, per tracciare un bilancio di un anno di amministrazione Barone. Il segretario di circolo, Domenico Solano, ha voluto sperimentare questa nuova forma di partecipazione popolare, che è riuscita a richiamare centinaia di palmesi in piazza.
Ospiti dell’assemblea i consiglieri di opposizione Salvatore Boemi, Giuseppe Ranuccio e Francesco Surace, il rappresentante Cgil Piana Antonino Calogero, l’urbanista Fulvio Nasso e la giovane democratica Emanuela Pirrottina.
Proprio a lei è toccato il compito di descrivere «la Palmi che vorrei, che non è affatto quella in cui viviamo. Noi giovani studiamo fuori, e spesso siamo costretti a rimanervi, a non farvi più rientro perché le offerte di lavoro, a Palmi, sono nulle. Palmi non è il modello di città nella quale vogliamo vivere, perché qui manca tutto, e anche le scuole sono spesso inadeguate».
Critico anche il consigliere Salvo Boemi, che si è soffermato a lungo sulla delicata questione dei beni comunali, specie quelli confiscati alla criminalità. «Lo scopo della confisca di un bene immobile è quello di essere ridonato in qualche modo alla comunità – ha detto Boemi – Purtroppo gli immobili ed i terreni confiscati alla criminalità, qui a Palmi, non sono utilizzati, o comunque sono mal gestiti. Stessa cosa vale per i beni comunali in generale, si veda villa Pietrosa».
Francesco Surace, consigliere d’opposizione, si è soffermato sulla situazione debitoria, «una situazione reale, come dimostrano i piani di rientro stabiliti tra ente ed alcune aziende, quali Sorical ed Enel, tale da poter giustificare la richiesta di accesso al mutuo trentennale che l’ente si è fatto sfuggire e che il Governo centrale aveva concesso agli enti locali per rimettere in circolo l’economia. Duole constatare – ha aggiunto – che nel 2012 il comune di Palmi non ha chiesto neanche un euro all’Europa, non partecipando ai bandi europei».
È stata quindi la volta dell’altro consigliere Pd Giuseppe Ranuccio, che ha rimarcato ciò di cui spesso, i consiglieri di centro sinistra, si sono lamentati: «in un anno abbiamo fatto diverse proposte in consiglio, alcune votate anche all’unanimità, alle quali però non si è mai data attuazione. Mi riferisco alla mozione sulle fontane a ciclo continuo». Ed ha toccato poi l’argomento del metodo di individuazione degli scrutatori, della premialità sulla spazzatura e delle fontane chiuse.
Antonino Calogero, rappresentante della Cgil, ha invece detto: «Palmi non è affatto presente quando si parla di temi comprensoriali, non siede mai ai tavoli ai quali si discute di Piana».
Il dibattito ha coinvolto anche i cittadini presenti ed a prendere la parola è stata la signora Carmela Angì, residente nel quartiere Pille, che ha lamentato «la grave situazione nella quale versa il rione. I problemi ci sono e sono tanti, ma l’amministrazione è stata praticamente assente».
Ha concluso il dibattito il segretario Domenico Solano. «Il bilancio di un anno di amministrazione Barone parte dall’occupazione delle poltrone fatta subito dopo le elezioni – ha detto – La Ppm, l’acquedotto ed addirittura gli uffici comunali sono stati “Preda” dei non eletti e dei fidati amici del sindaco, diventati dall’oggi al domani capi area.
Il metodo della meritocrazia è stato messo da parte, in favore del metodo dell’amicizia e della vicinanza politica. Nel nostro piccolo siamo tutti responsabili di ciò che facciamo e di ciò che non facciamo. Io non me la prendo con i giovani consiglieri ed assessori, che magari qualche responsabilità possono pure averla.
Io me la prendo con il sindaco, che ha più colpe di tutti e che da 25 anni siede nella stanza dei bottoni o sala macchine, una volta come vice sindaco, un’altra come assessore, poi come presidente del consiglio e oggi come sindaco».
r. i.