«Le linee guida forniscono anzitutto un impulso diretto all’adozione tempestiva dei piani triennali – scrivono in una nota i consiglieri Boemi, Ranuccio, Surace Francesco e Frisina – i quali devono assicurare un contenuto minimo che corrisponde all’obiettivo ineludibile dell’individuazione preventiva delle aree di attività amministrativa maggiormente esposta al rischio della corruzione. Riteniamo che la tutela del buon andamento e dell’efficacia della pubblica amministrazione passi attraverso l’adozione di un piano di prevenzione triennale che tenga conto, per come indicato nelle linee guida ministeriali, delle aree maggiormente esposte a rischio e delle specificità locali. In tal senso è fondamentale l’introduzione di adeguate forme di controllo specificatamente dirette alla prevenzione e all’emersione di vicende di possibile esposizione al rischio corruttivo».
Al momento l’amministrazione non ha fatto pervenire comunicazioni ufficiali sui propri intendimenti, per cui l’interpellanza che i consiglieri annunciano sarà mirata a sapere se, ad esempio, l’esecutivo intende dare avvio a sistemi di rotazione del personale addetto alle aree a rischio, garantendo comunque continuità ed efficienza all’apparato burocratico.