PALMI – “Giuro fedeltà alla Costituzione, alla Repubblica ed alle leggi dello Stato”. Con queste parole il sindaco di Palmi, Giovanni Barone, prende pieno possesso delle sue piene funzioni, nel primo consiglio comunale della sua giunta.
Gli applausi del consiglio tutto, della folla presente e degli amici del Pdl e dell’Udc, seduti alla sua destra (Giuseppe Raffa, Roy Biasi, Giovanni Verduci, Pasquale Foti, Luigi Fedele, Antonino Eroi, Mario Tassone, Seby Vecchio), rendono ancora più solenne il debutto in aula del primo cittadino, iniziato sulle note dell’inno nazionale.
Il consigliere più anziano, certamente non anagraficamente ma per il numero di voti ottenuti alle elezioni, Giuseppe Mattiani, apre l’assise, rivolgendo il suo grazie a chi ha creduto in lui e lo ha sostenuto, e auspicando un sereno quinquennio di lavori ai consiglieri tutti.
“Oggi viene inaugurata una nuova fase della politica palmese – ha detto Mattiani – nella quale i veri protagonisti sono i giovani, che in consiglio sono presenti in gran numero. Ora è tempo di lavorare e lavorare bene, perché la città deve rinascere e noi siamo qui per questo”.
Ancora qualche minuto sullo scranno più alto di palazzo San Nicola, poi il giovane Giuseppe Mattiani si sposterà più sotto, tra i banchi dove siedono gli assessori, cedendo il posto a Gaetano Muscari (Pdl) eletto presidente del consiglio comunale con 12 voti favorevoli e 3 contrari (quelli del centro sinistra).
Prende poi la parola il sindaco, Giovanni Barone, per un breve ringraziamento alla città che lo ha scelto come sindaco, e per presentare il programma di governo.
“Sento uno stato di trepidazione ed inquietudine, per via dell’incarico che la città mi ha affidato – ha esordito Barone – ma allo stesso tempo c’è la mia volontà, e quella di tutti i consiglieri ed assessori, di presentare un progetto politico nuovo per Palmi. Sento che questa è una delle ultime volte in cui i cittadini posso fidarsi della politica, ed è per questo che mi auguro di trovare ampia convergenza sul programma “.
Ha quindi elencato i punti salienti del patto programmatico, basato su interventi semplici, realizzabili ma non per questo non impegnativi. La vicenda Ppm, gli Lsu da stabilizzare, l’abbattimento del costo dell’Imu sulla prima casa, l’attuazione del Psc, ed altro ancora.
Un programma che però non è stato approvato da tutta l’opposizione, che si è in parte astenuta (Trentinella e Bonaccorso) e in parte detta contraria (Boemi, Surace e Ranuccio), criticandolo e dipingendolo come “generico e superficiale”.
Il sindaco ha poi nominato gli assessori, Natale Pace, Giuseppe Saletta, Lilla Pipino, Carmelo Melara e Giuseppe Mattiani, e provveduto al rimpiazzo dei tre consiglieri fuoriusciti dal consiglio perché entrati in giunta.
Prende il posto del pidiellino Giuseppe Mattini, il consigliere Antonio Papalia; Antonietta Gagliostro prende il posto di Lilla Pipino mentre Carmelo Ciappina, della civica Barone sindaco, subentra a Carmelo Melara.
L’opposizione si è fatta sentire molto poco, e solo per bocca dei più giovani, Francesco Surace e Giuseppe Ranuccio, i soli a prendere la parola a mo’ di critica. Più pacificante, invece, l’intervento di Francesco Trentinella mentre Salvo Boemi e Giovanni Bonaccorso hanno scelto la via del silenzio.
L’assise è stata chiusa dall’intervento di Giuseppe Raffa, presidente della provincia, che ha auspicato una “collaborazione proficua tra comune e provincia, come già avviene da tempo, per creare percorsi virtuosi”.