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Palmi, da domani il centro “Emmanuele” potrebbe chiudere. Davvero non c’è una soluzione?

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Domani potrebbe essere il giorno della chiusura del Centro diurno “Emmanuel” di Palmi, centro attivo da più di 25 anni che accoglie adulti con disabilità dando loro la possibilità di seguire percorsi ad hoc.

Nei giorno scorsi è stato infatti avviato il procedimento per la revoca dell’autorizzazione al funzionamento e all’accreditamento istituzionale della struttura; il procedimento è stato avviato dopo un sopralluogo svolto lo scorso gennaio dalla commissione nominata dall’Ambito territoriale sociale di Rosarno – comune capofila dell’area di cui fanno parte anche Palmi, Gioia Tauro, Melicuccà, Rizziconi, San Ferdinando e Seminara – all’esito del quale erano state sollevate alcune prescrizioni relative alla verifica dei requisiti strutturali e gestionali della normativa vigente.

La Commissione ha rilevato alcuni punti che non rispetterebbero i requisiti previsti dalla normativa, invitando l’associazione “Presenza” che gestisce il centro diurno a sanare le irregolarità entro 30 giorni, termine fissato dalla legge.

Ma proprio nei giorni scorsi è trapelata la notizia che sarebbe stato avviato il procedimento di revoca dell’accreditamento che dovrebbe concludersi oggi.

Per cercare di scongiurare la chiusura del centro, che porterebbe al licenziamento di 10 dipendenti e all’interruzione delle prestazione a 20 disabili adulti provenienti da diversi centri della Piana, la Regione ha inviato al comune di Rosarno, a quello di Palmi e all’associazione “Presenza” una lettera nella quale si chiariva che le irregolarità rilevate dalla Commissione potevano essere superate proprio grazie alla struttura dell’edificio.

Ma neanche la risposta della Regione è riuscita a dare una chance al centro diurno che sembra così destinato a chiudere.

Dinanzi a una situazione del genere che potrebbe generare la perdita di posti di lavoro in un territorio che è avido di occupazione e che allo stesso tempo danneggerebbe chi in questo centro ha ritrovato un equilibrio, una certa serenità, una seconda casa, c’è da chiedersi se davvero nulla c’è da fare e nulla è superabile. Davvero questi rilievi rendono impraticabile una struttura che da 25 anni opera al servizio di persone con disabilità?

Gli attori della politica, che anche in questo caso hanno potere, dovrebbero sedersi a tavolino e provare a superare quegli ostacoli – e qui i rilievi della Commissione c’entrano ben poco – che impediscono di avere una visione che vada oltre il proprio naso…

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