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Palmi, Cgil Piana: «Il Centro Iperbarico di Palmi va sostenuto»

Centro iperbarico Palmi

Si parla tanto di disfunzioni e di criticità, nell’ambito gestionale di strutture e servizi dell’ASP di Reggio Calabria, come se tali disfunzioni fossero conseguenza diretta di chissà quale maledizione divina, che la Calabria e i calabresi sono condannati a subire per l’eternità a causa di un loro DNA maledetto, non sapendo –i calabresi- che tali disfunzioni nascono e si moltiplicano in seguito a gestioni della sanità a dir poco scellerati, per non dire manifestamente lungimiranti e strategicamente programmate, da menti criminali, per distruggere sistematicamente la sanità pubblica, a favore di una sanità privata, molto spesso gestita da gente con pochi scrupoli, che mira, non alla salute dei cittadini ma all’affarismo più spietato e alla massimizzazione estrema dei profitti, poco importandosi delle sofferenza della gente.

È questo che viene da pensare a chi, come la CGIL, non crede alle magiche conseguenze di congiunzioni astrali o ad esoterismi fatali che rilegano la Calabria e i calabresi ad un destino crudele, al quale nulla si può opporre.

E veniamo al dunque. Se il centro di ossigenoterapia Iperbarica di Palmi – creato trentacinque anni fa dall’allora primario di Anestesia e rianimazione dott. Antonio Mura, lungimirante pioniere della moderna medicina- dopo essere stato riconosciuto come centro di eccellenza nel trattamento di molteplici patologie, unico in tutta la Calabria, ed elevato (nel primo atto aziendale dell’ASP) a Struttura Complessa Ospedaliera, viene poi relegato (nell’ultimo atto aziendale) a centro ambulatoriale a valenza territoriale, non può addebitarsi a complesse divergenze o convergenze astrali in contrasto o in allineamento tra loro, ma ad una precisa volontà umana (o disumana) di privare l’intera regione Calabria di un centro di eccellenza nella cura di una moltitudine di patologie.

Per chi non lo sapesse, si tratta di una terapia che viene praticata mediante l’uso di strumenti tecnologici che vanno sotto il nome di camera iperbarica. Grazie a questi impianti, il gas ossigeno può essere somministrato in condizioni di elevate pressioni, permettendone l’assorbimento in forma liquida nel sangue, rendendo possibile l’efficacia terapeutica in innumerevoli malattie quali:- Malattia da decompressione nei sub; Embolia gassosa nei sub e in incidenti in corso di prestazioni terapeutiche quali dialisi, circolazione extracorporea ecc…; Sordità improvvisa che riconosca cause ischemiche o baro traumi; osteomieliti;- Ritardi nelle guarigioni di ferite;- Gangrena gassosa; Piede diabetico;- Sindromi da schiacciamento.

Questa vasta valenza terapeutica, accompagnata all’esperienza ultratrentennale acquisita dal personale, ha reso la camera Iperbarica di Palmi (ripetasi: unica sul territorio regionale) un fiore all’occhiello per l’ASP di Reggio Calabria, capace di invertire il trend emigratorio verso altre regioni, producendo immigrazione sanitaria e rappresentando quindi una risorsa anche economica di cui la Calabria ha necessariamente bisogno per risollevarsi dal debito sanitario che da tanti anni la soffoca. queste argomentazioni dovrebbero da sole convincere, sia la dirigenza dell’ASP sia la Struttura Commissariale per il piano di rientro, a mantenere e potenziare l’efficacia dell’ossigenoterapia Iperbarica di Palmi e, nello stesso tempo, implicherebbero, come logica conseguenza, che chi si va ad occupare della gestione dell’azienda avesse a cuore un così importante servizio.

Purtroppo le vicende che hanno caratterizzato negli anni l’andamento della Camera Iperbarica di Palmi parlano di altro. Parlano di ridimensionamenti nel personale, non sostituito in seguito a cessazioni dal servizio; di disconoscimento della valenza giuridica della struttura, passata da struttura complessa Ospedaliera a semplice ambulatorio territoriale; di mancanza di correzioni e di aggiornamenti nel sistema informatico; di mancanza di informatizzazione del capitolo di spesa, rendendo così impossibile l’acquisto di materiale necessario al funzionamento della struttura; di mancanza di programmazione del tourn over, con conseguente assenza di percorsi formativi per eventuali nuove assunzioni di personale infermieristico in sostituzione di quello che a breve andrà in pensione (il che significa ulteriore decimazione di personale); di mancanza di assunzione del personale medico in numero necessario alla copertura dei turni e a garanzia della continuità terapeutica; parla di chiusura, in passato, del servizio in pronta disponibilità in urgenza-emergenza per mancanza di personale medico, che ha lasciato un vulnus nel sistema regionale delle urgenze emergenze, che si è dovuto colmare col trasferimento delle emergenze, sia subacquee che di avvelenamento da monossidi di azoto, verso altre regioni, con aggravio di spese per l’azienda di notevole entità, considerato che l’urgenza ha imposto l trasferimento in elisoccorso, e di difficoltà per i pazienti che si sono visti sottoporre alle cure necessarie con preoccupante ritardo. “ dimenticanze” e “distrazioni” o programmazione lineare per abbattere la sanità Pubblica?

Sicuramente non può trattarsi di un fato avverso quale conseguenza di un’eredità malefica che i calabresi si portano dietro. Ci si augura che il nuovo managemant dell’ASP di Reggio Calabria nonché la nuova struttura Commissariale per il Piano di Rientro del Debito della Sanità Calabrese, ognuno per le proprie competenze, vogliano far di tutto per invertire queste tendenze, garantendo una sanità pubblica di eccellenza e, soltanto in via sussidiaria, una sanità privata seria, gestita da seri privati, senza alcuna concorrenza e per il fine ultimo del benessere dei cittadini Calabresi. Dal debito sulla sanità si può uscire soltanto creando eccellenze che invertano la tendenza all’emigrazione sanitaria e che attirino pazienti verso la Calabria. Procedere con tagli lineari sulle strutture, sul personale e sulle attrezzature, secondo questa O.S., non risolverà il problema del debito, così come non lo ha risolto in passato, ma creerà ulteriore debito, dovuto ad una scarsa sanità che alimenta i costi dell’emigrazione. Un circolo vizioso dove il taglio produce scarsa sanità, la scarsa sanità produce fuga verso altre regioni, la quale, a sua volta, produce debito che va ad intaccare nuovamente il personale e così via. Realtà come la camera iperbarica di Palmi, eccellenza unica nella regione Calabria, come altre realtà di eccellenza esistenti nell’ASP di Reggio Calabria vanno sostenute e potenziate, se si vuole creare quella controtendenza alla fuga sanitaria finora prodotta dai vari piani di rientro.

Dalla Segreteria FP CGIL comprensorio di Gioia Tauro

La segretaria Generale – Patrizia Giannotta

Il segretario per la sanità – Vincenzo Callea

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