Potrebbe scoppiare come una bolla di sapore l’inchiesta della Procura di Catania che lo scorso anno ha portato al sequestro del gruppo Tecnis, legato agli appalti per la costruzione degli ospedali della Piana e della Sibaritide. Nei giorni scorsi, infatti, il pubblico ministero ha chiesto il dissequestro di Tecnis e delle ditte ad essa collegate, finite in una inchiesta condotta dai carabinieri del Ros perché ritenute in odore di mafia.
La notizia, diffusa questa mattina dal quotidiano Gazzetta del Sud, fa ben sperare sul futuro dell’ospedale della Piana, opera pubblica che da progetto sorgerà nel Comune di Palmi, della quale si parla da anni ed il cui iter per la costruzione ha subito una battuta d’arresto che ha fatto temere che la realizzazione non avverrà mai.
Ad un anno dal sequestro ed al termine di una lunga attività d’indagine, i magistrati catanesi hanno quindi chiesto che l’azienda venga restituita agli imprenditori Bosco e Costanzo, risultati estranei agli ambienti della criminalità organizzata. Bisognerà ora attendere la decisione del giudice prima di ritenere definitivamente chiusa la vicenda legata all’appalto per il nuovo ospedale, almeno sotto il profilo giudiziario; il 16 marzo dello scorso anno era stata revocata l’interdittiva antimafia all’azienda, richiesta dall’amministrazione giudiziario Saverio Ruperto, nominato dopo il sequestro emesso dal Tribunale misure di Prevenzione.
Se il Tribunale dovesse accogliere la richiesta della Procura siciliana, la ditta Tecnis potrà rimettere mano all’appalto dell’ospedale, partendo proprio dall’atto mancante, ossia il progetto esecutivo, riprendendo il lavoro da dove era stato bloccato.
La comunicazione dell’assegnazione alla Tecnis della gara d’appalto per la realizzazione dell’ospedale è avvenuta a fine 2014, dopo una procedura lunga e complessa; dopo diversi anni in cui dell’appalto non si è parlato, o se ne è parlato poco, lo scorso 21 ottobre in Prefettura a Reggio Calabria è stato firmato il Protocollo di legalità sottoscritto dal prefetto Michele di Bari, dal presidente della giunta della Regione Calabria Mario Oliverio, dal commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio, Giacomino Brancati, dall’amministratore straordinario giudiziale dell’impresa aggiudicataria dell’Opera, la “Ospedale della Piana di Goia Tauro Srl” e per la parte relativa al “monitoraggio dei flussi di manodopera”, dai sindacati di categoria della Cgil, Cisl e Uil e dal Direttore provinciale del lavoro. L’intesa prevede delle misure volte a rendere più stringenti gli adempimenti previsti dalla normativa antimafia anche mediante delle forme di controllo durante l’esecuzione dei lavori e la gestione dell’opera.
Dopo la decisione del Tribunale, qualora dovesse dare un responso favorevole, si aspetta di mettere mano ai cantieri. Finalmente.