REGGIO – Trentuno condanne e solo quattro assoluzioni. Questi in sintesi i numeri della sentenza pronunciata nella tarda serata di ieri dal Gup del tribunale di Reggio Calabria, Cinzia Barillà, nel processo Mediterraneo i cui imputati sono presunti affiliati del clan Molè di Gioia Tauro.
L’impianto accusatorio, sostenuto dai pm della Dda Roberto Di Palma e Matteo Centini, ha retto al primo grado di giudizio arrivato ieri dopo una lunga camera di consiglio.
I quattro imputati assolti sono Vincenzo Bagalà, Manuel Alexander Signoretta, Vincenzo Ritrovato e Valeria Mesiani Mazzacuva.
Le condanne
Sono stati condannati: Antonio Albanese, 8 anni; Carmelina Albanese, 8 anni; Cosimo Amato, 6 anni e 4 mesi; Khayi Ayoub Baba, 14 anni; Giuseppe Belfiore, 6 anni e 4 mesi; Marino Belfiore, 3 anno e 8 mesi; Antonio Bonasorta, 6 anni e 8 mesi; Giovanni Burzì, 2 anni; Fabio Cesari, 11 anni e 4 mesi; Carmelo Cicciari 8 anni e 8 mesi; Gaetano Cicciari 7 anni; Patrizio D’Angelo, 2 anni, 4 mesi; Pietro Giovanni De Leo, 2 anni; Patrizio Fabi, 10 anni 8 mesi; Eugenio Ferramo, 2 anni 4 mesi; Arcangelo Furfaro, 12 anni e 2 mesi; Domenico Galati, 3 anni; Giuseppe Guardavalle, 2 anni; Girolamo Magnoli, 17 anni; Domenico Mazzitelli, 8 anni e 8 mesi; Ippolito Mazzitelli, 8 anni; Pietro Mesiani Mazzacuva, 5 anni e 4 mesi; Francesco Modaffari, 4 anni; Antonio Molè (1989), 12 anni; Antonio Molè (1990), 9 anni; Annunziato Pavia, 14 anni; Fiorina Silvia Reitano, 8 anni; Pasquale Saccà, 11 anni e 4 mesi; Stefano Sammarco, 11 anni e 4 mesi; Domenico Signoretta, 12 anni e 8 mesi; Carmelo Stanganelli, 17 anni e 8 mesi.
L’operazione Mediterraneo
L’operazione Mediterraneo è scattata nel giugno del 2014 dopo che le indagini della Dda hanno fatto emergere gli interessi economici del clan Molè in Calabria, Umbria e Lazio e in particolare nel settore della distribuzione dei video poker su tutto il territorio nazionale. Gli inquirenti hanno inoltre scoperto un imponente traffico di armi dai paesi dell’est europeo e l’arrivo di grossi carichi di droga dal Nord Africa.
Dopo gli arresti Piero Mesiani Mazzacuva, Arcangelo Furfaro e Marino Belfiore hanno deciso di collaborare con i magistrati.