Ci siamo sempre battuti per tutelare il diritto alla salute dei cittadini e continueremo a farlo per consentire che tutti con pari dignità possano avere accesso all’assistenza sanitaria garantita dalla nostra Costituzione.
Per l’ospedale di Polistena ci siamo spesi in modo particolare perché siamo tuttora consapevoli quanto sia indispensabile nella Piana mantenere funzionante un presidio spoke di sanità pubblica per tutti i cittadini bisognosi di cure e assistenza.
Oggi ringraziamo la DDA reggina, i procuratori dott. Bombardieri e Paci per avere svelato con l’operazione “Chirone” le cointeressenze tra la ndrangheta e alcuni dirigenti medici che fino a qualche anno fa operavano all’ospedale di Polistena e nell’ASP di Reggio Calabria.
Constatiamo che l’azione della Magistratura sarà utile a far ripristinare le condizioni di legalità calpestate, la cui violazione continua ha fatto sedimentare nel tempo dentro la sanità calabrese la logica del favoritismo all’amico e al mafioso di turno, sottraendo così diritti alla popolazione libera e onesta.
Constatiamo amaramente che alcune delle persone arrestate sono stati pure collaboratori della Commissione Straordinaria antimafia che avrebbe dovuto avere il compito di bonificare l’Asp di Reggio Calabria, segno che non sempre i commissari, specie quando rispondono a certa politica, possiedono una visione di insieme capace di contrastare realmente l’infiltrazione mafiosa nella pubblica amministrazione.
Esprimiamo infine gratitudine per quanti hanno collaborato a squarciare la cortina delle complicità e ad aprire uno spaccato probabilmente ben più profondo, seppure annotiamo in proposito il silenzio della politica locale che abbaia di fronte a vicende molto meno serie o peggio le commenta quando sono montate ad arte.
È proprio vero, serve continuare a lottare per costruire seriamente un argine antimafia concreto e soprattutto rigenerare una sanità pubblica che per molto tempo è stata ingabbiata dalle cosche e dalle massonerie deviate a scapito dei cittadini onesti.