GIOIA TAURO – E’ tornato in libertà Francesco Cosoleto, una delle quattro persone fermate lo scorso 26 novembre nell’ambito dell’operazione Atlantide.
Il Gip del Tribunale di Palmi Paolo Ramondino ha accolto l’istanza difensiva presentata dal legale di Cosoleto, Mimmo Infantino e ha disposto la scarcerazione.
Cosoleto è indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e porto d’armi.
Sabato scorso il Gip ha invece convalidato il fermo per Biagio Guerrisi, Gennaro Paolillo e Rocco Ivan Stillitano
I fermati sono indiziati a vario titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio e tentato omicidio pluriaggravato, porto e detenzione illegale di armi, estorsione, danneggiamento aggravato, tutti aggravati dalle metodologie mafiose.
Secondo la Dda avrebbero un ruolo apicale all’interno della ndrina dei Piromalli.
Nel corso dell’indagini gli investigatori avrebbero documentato numerosi episodi estorsivi, consumati e tentati e alcuni danneggiamenti seguiti da incendio o effettuati facendo esplodere a scopo intimidatorio colpi di arma da fuoco.
OMICIDI
Nel provvedimento di fermo si fa inoltre riferimento all’omicidio di Rocco Albanese, ucciso quando aveva 42 anni il 14 marzo del 2005 a Gioia Tauro. L’uomo era a bordo della sua auto contro la quale furono sparati numerosi colpi d’arma da fuoco.
Un altro delitto su cui gli inquirenti ritengono di avere fatto luce è quello di Pietro Giacobbe, assassinato il 12 maggio del 2005 in un agguato a Rosarno nel quale rimase ferita un’altra persona, Santo Antonio Bagalà. Anche in quel caso i sicari agirono mentre le loro vittime erano a bordo di un’auto. A sparare sarebbero state più persone armate di fucile. Giacobbe morì all’istante.
IL BUNKER
Durante l’operazione i carabinieri hanno scoperto un nascondiglio all’interno di una camera da letto a casa della madre di Stillitano. Il nascondiglio è molto piccolo e doveva probabilmente servire come ricovero temporaneo in caso di blitz.