Ci sono i Piromalli dietro l’omicidio di Rocco Molè? È una domanda che si ripropone ogni volta che l’antimafia chiude inchiesta sulla città del porto.
Una domanda rimasta, fino a oggi, senza risposte.
Si parla di spartiacque nello scacchiere criminale, della fine della storica alleanza tra i Piromalli e i Molè, mentre i sospetti rimangono nell’aria, soprattutto nel nucleo ristretto della famiglia Molè.
I pentiti
Nell’inchiesta “provvidenza” si torna a parlare di quel delitto e i pentiti sembrano avere pochi dubbi. È il caso di Lino Furfaro, uomo dei Molè: «Il mandante è Pino Piromalli».
Ma all’interno della famiglia non ne sono certi, resta solo il sospetto. «Il pensiero – dice il collaboratore Pietro Mesiani Mazzacuva di giustizia – va… allora, il loro pensiero è che ci sia stato, se non la partecipazione, diciamo, il mandato diretto, ma sicuro il lavarsi le mani di Pino Piromalli e di suo figlio Antonio, se non direttamente, perché la mano sul fuoco non ce la mettono, perché a momenti dicono “sì, sì” e a momenti dicono “non so”, neanche loro riescono a definirsi, però dice: “se non li hanno mandati loro direttamente, sicuro si sono lavati le mani, non si poteva ammazzare mio zio, dicevano loro, senza che qualcuno avesse, quantomeno fatto come Ponzio Pilato”».
Uno scenario ancora tutto da chiarire, complesso. Intanto, però, le dinamiche criminali innestate da quell’omicidio vengono fuori poco alla volta. È il caso di un presunto tentativo di risposta da parte dei Molè, che sarebbe stato operato da Domenico Stanganelli. È sempre Mesiani Mazzacuva che parla, raccontando un fatto ancora inedito: «Nino Molè 90 (suo nipote ndr), e mi fa: “quando sei arrivato?” gli ho detto: “ora, in questo momento”, mi fa… “dove dormi?” gli ho detto io: “io non dormo a gioia, lo sai, dormo sempre a scilla” “eh, è meglio che dormi a scilla” gli dissi: “Nino scusa perché, che è successo?” “no, tira una brutta aria” gli ho detto: “scusa perché tira.. dimmi che sta succedendo perché me ne torno subito da dove sono venuto, gli ho detto io, non è che…” mi fa.. “no, dice che hanno fatto una cavolata, che hanno fatto una.. hanno tentato di tendere un agguato, nelle campagne del Soverato, dove c’ha la campagna Mommino e Luca Piromalli, a Luca piromalli”, non so quale è la proprietà, so solo che mi hanno raccontato, che domenico stanganelli…”».
Mesiani: “Luca è il fratello di Mommino Piromalli…sono arrivati lì con l’intento di prendere un operaio e far chiamare, quando hanno visto che luca non c’era, farlo chiamare al telefonino, che lavorava lì in quel momento c’era il fratello di Cosimo Romagnosi…Nino Molè 89 mi raccontò che Cosimo Romagnosi ha capito da chi era partita, infatti mandò a Michelino Molè, Michele Molè, fratello di Mommo il gancio e di Mico quell’altro, da nino 89…dicendo: “perché questa fretta? aveva.. era tutto, era deciso che si aspettava l’uscita di Antonio Piromalli per stabilire cosa fare per aggiustare le cose, perché adesso tutta questa fretta?”, questa è la.. quello che mi ha raccontato Nino Molè, che gli è arrivata questa ambasciata, diciamo, da Cosimo Romagnosi tramite Michelino Molè…e quindi ha mandato Michelino per dirgli: “perché questa fretta, perché in buona sostanza l’accordo sarebbe quello di aspettare la…ad Antonio Piromalli per aggiustare le cose, per trovare un accomodamento, magari sacrificare mommino, luca piromalli e gianni priolo e far ritornare la pace, questo potrebbe essere uno, diciamo, degli obiettivi che sempre si sono parlati all’interno della…».