PALMI – Pochi giorni fa la notizia della fissazione del processo con rito immediato, oggi, sulle colonne di Calabria Ora, quella del dubbio, sollevato dalla Corte di Cassazione: Paolo Chiappalone, doveva essere arrestato per l’omicidio di Martino Luverà e per il tentato omicidio dell’avvocato Francesco Nizzari?
Domanda alla quale dovrà rispondere il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria, chiamato a pronunciarsi tenendo conto dei rilievi fatti dalla Corte di Cassazione sull’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Palmi nel mese di ottobre del 2012.
Inizialmente il Tdl reggino ha rigettato il ricorso presentato dagli avvocati Guido Contestabile e Girolamo Curti, difensori di Paolo Chiappalone, i quali avevano chiesto la scarcerazione del loro assistito.
Ha fatto seguito il ricorso in Cassazione, la quale – si apprende dall’articolo del giornalista Francesco Altomonte – ha annullato con rinvio l’ordinanza di carcerazione.
Pochi giorni fa la Procura di Palmi ha ottenuto dal gip del Tribunale il rito immediato per Chiappalone, ritenuto dagli stessi inquirenti l’autore del delitto di Martino Luverà, avvenuto nel mese di novembre del 2010 a Palmi. Luverà sarebbe morto per errore, perché, secondo il quadro ricostruito dagli inquirenti, era l’avvocato Francesco Nizzari il suo vero obiettivo, ferito nella sparatoria. Ed il movente sarebbe, sempre secondo la Procura di Palmi, da rintracciare nel rancore che Chiappalone nutriva nei confronti di Nizzari, legale della ex moglie da cui si era separato.
In attesa dell’udienza di fine giugno, dunque, si attende il nuovo pronunciamento della Tdl reggino, chiamato a vagliare per la seconda volta l’ordinanza con cui Chiappalone è finito in carcere.