GIOIA TAURO (17 luglio 2011) – Sembrano non essere ancora finiti i colpi di scena che ruotano attorno alla drammatica morte di Francesca Agresta, la giovane 24 enne uccisa con diverse coltellate dal padre naturale, Giovanni Ruggiero, lo scorso 2 luglio nella Pineta di Sant’Elia, a Palmi, colpi di scena che non fanno più da contorno alla vicenda, ma che diventano gli assi portanti di una storia dai retroscena raccapriccianti.
La confessione di Ruggiero è parsa sin da subito deficitaria agli inquirenti: l’uomo, che si è autoaccusato dell’omicidio della giovane figlia, ha infatti raccontato di averla uccisa con un coltello a serramanico, tranciandole la gola e colpendola in altre parti del corpo. Ha poi gettato il corpo di Francesca, agonizzante, nella fitta vegetazione della Pineta ed è rientrato a Gioia Tauro.
Ma come può un uomo che uccide così brutalmente una persona, non macchiarsi di sangue?
Ruggiero, quando si è recato in Caserma dai Carabinieri a Gioia Tauro per confessare l’omicidio, aveva soltanto delle piccole macchie di sangue sulla camicia, poche, troppo poche.
L’ipotesi che l’uomo non abbia agito da solo è stata immediatamente presa in considerazione dagli inquirenti, che hanno da subito iniziato una serie di indagini ancora in corso su altre persone vicine a Ruggiero. E a rafforzare l’ipotesi investigativa degli inquirenti, giungono gli esiti dei riscontri tecnici e scientifici sul luogo dell’omicidio e soprattutto la relazione del medico legale.
Esiti che poco si sposano con quanto raccontato da Giovanni Ruggero ai Carabinieri ed al Gip Daniela Tortorella.
Accanto alle incertezze del racconto dell’83 enne imprenditore gioiese, spuntano alcune rivelazioni agghiaccianti della mamma di Francesca e di una delle sue cugine.
Rosalba Veneziano, madre della ragazza uccisa, ha infatti raccontato che Ruggiero, l’uomo con cui ha avuto una relazione dalla quale è nata Francesca, sarebbe una persona molesta e sgradevole, che ha rovinato l’adolescenza della figlia.
Più volte la ragazza sarebbe stata costretta a subire violenze dal padre, sin dall’età di 17 anni, come si legge nell’ordinanza emessa dai magistrati della Procura di Palmi. “Ruggiero è indagato per aver abusato della sua autorità di genitore, costringendo la figlia naturale a compiere e subire reiteratamente e sin da quando era ancora minorenne, atti sessuali contro la sua volontà”.
Il movente economico sembra passare lentamente in secondo piano, mentre si rafforza l’ipotesi che dietro l’omicidio di Francesca ci sia un movente sessuale. Forse quella mattina Francesca si è rifiutata di soddisfare i desideri sessuali del padre che, innervositosi, l’avrebbe poi uccisa quasi certamente con la complicità di qualcun altro, o, se quanto sostenuto dagli inquirenti risulterà vero, avrebbe ordinato a qualcuno di ucciderla e insieme al complice si sarebbe sbarazzato del corpo.
Questo spiegherebbe il perché di quel luogo appartato in cui la ragazza è stata ritrovata morta, un luogo che non è meta di persone che vogliono soltanto parlare. Una cugina di Francesca ha infatti raccontato ai Carabinieri che molte volte aveva accompagnato la ragazza a Palmi, per incontrare il padre. Si incontravano con il padre alle “Torri”, poi lei saliva in macchina con Ruggiero, e quando ritornava piangeva sempre.
E forse solo oggi si capisce bene il perché di quelle lacrime.
Viviana Minasi